La finale con il Celtic nel 1967

CELTIC 1967Il sito storiedicalcio ricorda la finale di coppa dei campioni giocata contro il Celtic, che sancì la fine della grande Inter degli anni ’60. Era il 1967 e

 

Un’Inter un po’ logora e in calo si mette nuovamente alla caccia della terza Coppa Campioni. Non c’è più Peirò sostituito da un giovane attaccante rientrato dal prestito al Genoa, Renato Cappellini capo cannoniere nerazzurro in questa edizione, e anche Jair ha visto ridursi il suo spazio per la crescita esponenziale del tornante Angelo Domenghini. Il primo turno contro la Torpedo Mosca, prima squadra sovietica a prendere parte alla Coppa dei Campioni, viene superato con l’esperienza. L’ ottavo di finale contro il Vasas Budapest è nobilitato dala primo gol di Mazzola nel ritorno a Budapest, uno dei più belli di ogni epoca, con cinque avversari scartati in un fazzoletto.

Subito dopo l’urna mette di nuovo di fronte i nerazzurri e il Real Madrid. L’Inter affronta il doppio confronto con la dovuta concentrazione. Il protagonista della sfida è proprio il pupillo di Herrera,Cappellini, che segna la rete della vittoria a San Siro e una delle due dello storico successo al Chamartin.

Durissima anche la semifinale con il CSKA Sofia, partito dal turno preliminare. Dopo due pareggi 1-1 l’Inter si impone ancora con Cappellini, che si erge a eroe nerazzurro di questa edizione, nella “bella” giocata a Bologna grazie ad un’intensa operazione di persuasione (e qualche dollaro) nei confronti dei bulgari che accettano la sede emiliana anzichè Graz. La finale segna l’inizio della fine per la Grande Inter, che pochi giorni dopo perderà lo scudetto (già in pratica vinto) a Mantova e uscirà dalla Coppa Italia in semifinale.

Arrivati alla finale, riprendiamo il racconto di storiedicalcio

I pronostici della vigilia vedono i nerazzurri ampiamente favoriti, anche se devono scontare l’assenza diSuarez, e questa convinzione viene rinforzata dopo sei minuti, quando Mazzola trasforma un ineccepibile calcio di rigore per atterramento di Cappellini. Invece, dopo il vantaggio, i nerazzurri, vinti dal caldo torrido della capitale lusitana, cedono di schianto sul piano fisico.

Gli sforzi della stagione cominciano a pesare sul gruppo; le tre partite di semifinale con i bulgari della Cska Sofia hanno imposto un prosciugamento di energie che con l’avvento della primavera impone un pesante dazio. Gli avversari ne approfittando, cominciando a macinare il loro gioco. Craig Gemmel, i due terzini di fascia, sono autentiche spine nel fianco della difesa interista e dai loro cross arrivano le minacce più concrete alla porta di Sarti. Il meritato pareggio viene costruito proprio dai due terzini: cross di Craig e formidabile siluro di Gemmell che trafigge l’incolpevole Sarti. I biancoverdi perfezionano poi la grande impresa a sette minuti dal termine: altro cross di Craig e stavolta è il centravanti Chalmers a mettere la palla in rete, chiudendo di fatto il ciclo della Grande Inter.

 

1 pensato per “La finale con il Celtic nel 1967

  1. Ricordo ancora oggi quella maledetta finale, stavo facendo il militare. Il secondo tempo crollammo dal punto di vista fisico, un crollo che si ripetette e in una settimana, perdemmo tutto. Comunque: la papera all’ultimo minuto di Sarti con il Mantova, trattandosi di un pallone innocuo, facendosi sfuggire il pallone tra le mani, suggeri’ tante interpretazioni e dietrologie, essendo la Juve in cui appodro’ il campionato successivo: la stessa squadra beneficiaria di quel “regalo”. Sul goal di Mazzola al Vasas di Buadapest (a quei tempi l’Ungheria esprimeva un grande calcio chiamato, danubiano): seguii la partita in radiocronaca in quanto non fu trasmessa in tv (qualcuno puo’ dirmi che mi sbaglio?) e ricordo che Mazzola dribblo’ 7 uomini (lo scrissero anche sui giornali) sulla fascia destra in ripartenza facendo un goal che passo’ alla storia. Peccato per un sistema televisivo che non è come quello odierno.

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