Quegli strombazzamenti che fanno il male dell’Inter

(Photo by Claudio Villa – Inter/Inter via Getty Images)

Cari amici, essere tifosi vuol dire amare la propria squadra, ma non vuol dire foderarsi di prosciutto gli occhi. Giusto? L’amata può avere dei difetti, ma non vuol dire che non si ama. Lo abbiamo dimostrato dopo la vittoria di Crotone, quanto mai fortunosa e al termine di una partita giocata a due all’ora dalla squadra di Spalletti, quando su queste colonne avevamo messo tutti in guardia dai facili entusiasmi (e non certo per spirito di contestazione), già resi difficili dalla rocambolesca vittoria di Roma e dalla non certo entusiasmante vittoria con la Spal. E invece, Skriniar segna allo Scida? E allora vai con i 7 e i 7,5, ma ovviamente ognuno mette il voto che vuole, ci mancherebbe e non contesteremo mai le opinioni altrui, anche se risulta quanto mai azzardato il paragone con un mostro come Samuel, come qualcuno ha fatto. Rispettare la propria storia vuol dire anche rispettare i grandi campioni del passato, ma sopratutto, siamo sicuri che abbia fatto bene al pur bravo giovane slovacco quel paragone inaudito? Siamo sicuri che dare fiato alle trombe dopo quattro giornate faccia bene ad una squadra dall’età media di 23 anni? I risultati si sono visti ieri sera a Bologna. Eppure Spalletti aveva messo tutti in guardia, aveva invitato la stampa a non esagerare, a non soffiare troppo sulle schiene, a mantenere i piedi per terra. Macchè. Ma niente, se non sfreghi l’archetto sul violino sei un disfattista, l’interista totalitario ti accusa di fare il gioco del nemico, eppure Spalletti invitava a non “vivere di rendita”, avvertendo che bisognava drizzare le antenne, juventino infiltrato anche lui? Ancora Spalletti stimolava nelle precedenti ore Icardi a giocare anche fuori dall’area, ma per gli Ayatollah del biondo platinato poi in versione marine, se non dici che Lui è un campione punto e basta non hai diritto a parlare di calcio, con buona pace dei Ronaldo, degli Eto’o, dei Ibrahimovic e persino della Costituzione italiana. Ma è già aperta la caccia preventiva al dissenso, l’opinionista è già pronto a definire nemici altri interisti solo perchè non la pensano come lui, ma è sul dissenso che nacque l’Inter, che qualcuno voleva irregimentare, ma la storia andò diversamente. Certo, la critica deve essere costruttiva, dissenso non vuol dire contestazione o pessimismo a prescindere, ma ho notato che gli interisti, quelli ipercritici, sono in realtà anche più tolleranti, mentre l’interista ottimista a prescindere, quello fideistico, è fanatico, intollerante, maleducato, ma ricordate, quando gli interisti perdono il senso dell’umorismo diventano pericolosi. Ma che interista è un’interista senza ironia e autoironia?