L’Inter risale la scala veronese

Il Biscione batte l’Hellas Verona 2-1, al 18′ Verre su rigore ma poi la rimonta con Vecino al 64′ e Barella all’ 82′

Barella gol da fuori

Una serata palpitante, l’Inter mischia un po’ le carte rispetto alle precedenti partite, questa volta i gol arrivano nella ripresa e per la prima volta non siamo noi i rimontati, ma siamo noi a rimontare.

Una notte da primi in classifica per i colori della notte stellata

Nel primo tempo l’Inter imposta col difensore più libero dal pressing, Bastoni, che si trova davanti un Salcedo che gli concede più di cinque metri di spazio e anche più. Il difensore cremonese allarga a Biraghi che si trova spesso all’uno contro uno con Faraoni (altro ex Primavera Inter), perchè il Verona gioca con un 5-2-1-2 dove i tre difensori centrali presidiano l’area e i due mediani in inferiorità numerica a centrocampo difficilmente scalano in fascia ad aiutare. Nonostante ciò Biraghi non lo punta mai e non va mai sul fondo tentando invece una serie di cross dalla trequarti o da mezza altezza di non felice conclusione. Oppure Bastoni tenta sempre il cross dalla mezz’ala, senza mai verticalizzare per Barella, spesso impreciso e su uno di questi nasce il micidiale contropiede del Verona che porta al rigore del vantaggio scaligero. Brozovic quasi si nasconde dietro il suo marcatore Verre, quando quindi imposta De Vrij, l’olandese spesso si trova a fare da solo arrivando anche a tentare un tiro velleitario da 40 metri al 36′, a volte Brozovic stesso gli crea lo spazio allargandosi e portando via Verre come già visto in precedenti partite. La prima e unica verticalizzazione è dello stesso Brozovic al 37′ che cerca Lautaro. Il gioco punta molto sul cercare la boa Lukaku che sta migliorando nel lavoro di sponda rispetto alle prime partite ma è ancora ruvido. Poco coinvolto Barella che quando riceve palla cerca due volte un cambio gioco su Lazaro ma è intercettato (andrà meglio nella ripresa). Non funziona la catena di destra, Lazaro è isolato, mentre Vecino si butta in avanti a peso morto verso l’area, una cosa che tra l’altro funzionerà nella ripresa ma che per la prima parte lo rende avulso dal gioco e non partecipante al palleggio a centrocampo.

La difesa nerazzurra (foto calciointer)

La difesa del Verona è un muro, i tiri respinti alla fine della partita si conteranno nel numero di diciotto! Il Verona come visto concede gli uno contro uno in fascia per fare densità centralmente, in questo modo i due attaccanti milanesi sono neutralizzati, mai in superiorità, e i tiri da fuori tutti respinti. Passa solo una volta la conclusione di Brozovic che lambisce la traversa, poi di De Vrij che trova le manone di Gabriel, invece Lukaku strozza il diagonale e l’unica vera clamorosa occasione del primo tempo è un tiro da posizione defilata di Vecino che Gabriel sputa fuori dalla porta dando l’illusione del gol ai 65mila interisti.

Il rigore del Verona

Dalla sua parte il Verona si dimostra una squadra di carattere, ma gioca senza un vero riferimento centrale, Verre è trequartista in ripiego su Brozo, Salcedo mezza punta di centrodestra si dimostra lento nell’esecuzione del tiro e pigro in pressing su Bastoni, il giocatore più pericoloso e qualitativo è sicuramente la mezza punta di centrosinistra Zaccagni che mette in difficoltà la difesa neroblu muovendosi fluido tra le linee nello spazio tra Skriniar e Brozovic, dando qualità ai passaggi, inoltre quando s’innesca l’asse verticale Pessina-Zaccagni possono crearsi problemi, più di sostanza l’altro mediano Amrabat. Il rigore come detto nasce da un passaggio sbagliato di Bastoni e non a caso è Zaccagni d entrare in area messo giù da Handanovic. Batte Verre centrale e spiazza lo sloveno.

la difesa dell'inter

La ripresa è COMPLETAMENTE DIVERSA, saltano gli schemi, l’Inter si fa trasmettere l’impeto dai boati dei tifosi (grande sostegno oggi anche sullo 0-1) e si butta in avanti, il muro gialloblù continua a respingere tiri dal limite, il Verona è compatto e quadrato ma ha due giocatori che difendono male: Salcedo come detto che lascia spazio sul suo centrodestra di ripiego, e il terzino sinistro Lazovic, tra l’altro i due sono molli anche in alcune ripartenze che potevano ammazzare la partita. E’ allora da queste due zone che a turno Bastoni, Barella e il subentrato Candreva fanno partire una serie di cambi gioco che pescano sull’altro lato Lazaro e in una di queste situazioni il cross è buono per la testa di Vecino e l’Inter pareggia.

L’ingresso di Candreva porta in campo l’unico uomo interista che tenta il dribbling, Conte poi lo sposta a destra dove però Antonio concede qualcosa a Lazovic in fase di non possesso. Juric ha tolto Zaccagni e Verre, sostituzioni inspiegabili, sopratutto la prima, forse per infortunio. Quando Lukaku fallisce una madornale occasione sull’unico vero errore della difesa veneta cala lo sconcerto e invece tre minuti dopo Barella s’inventa il missile a giro da quella zona di centrosinistra lasciata come detto sempre libera dai veronesi e fa esplodere il Meazza.

L’Inter ce la fa, non soffre più di tanto negli ultimi minuti finali e porta a casa altri tre punti d’oro contro una squadra non banale, con un buon portiere, fortissima in difesa, di carattere a centrocampo dove ha mostrato un ritmo maggiore dei nostri, ma un po’ leggerina davanti e nel complesso e come detto con un paio di giocatori in giornata no.

la solitudine del portiere
La solitudine del portiere (foto calciointer)

Da parte nerazzurra la svolta di carattere nella ripresa, giocatori apparsi timidi nel primo tempo come Bastoni nel secondo tempo hanno tirato fuori le unghie, finalmente coinvolto Barella nella ripresa, giocatori come Vecino “inutili” quando si tratta di fare gioco, diventano utilissimi in situazioni caotiche dove bisogna solo buttare la palla in avanti e rimontare in ogni modo come visto già negli anni passati con Lazio, Tottenham e tante altre volte. E’ una squadra giovane, quasi di ragazzini, da cui non si può pretendere l’impossibile, oggi in campo di esperienza c’era solo Handanovic, tolto lui i più vecchi nell’undici iniziale erano De Vrij e Biraghi, 27 anni, eppure anche oggi almeno in campionato si è vista una crescita, come a Brescia e Bologna.

Ora la necessaria sosta delle nazionali, dove si potrà puntare al pieno recupero di D’ambrosio e Sensi, oltra ad Asamoah, Gagliardini, più lunghi i tempi di recupero di Politano e Sanchez.

IL TABELLINO
INTER – HELLAS VERONA 2-1
MARCATORI:
18’ Verre (V, Rig.), 64’ Vecino (I), 82’ Barella (I)

INTER: 1 Handanovic; 37 Skriniar, 6 de Vrij, 95 Bastoni; 19 Lazaro (84’ 33 D’Ambrosio), 8 Vecino, 77 Brozovic, 23 Barella​​, 34 Biraghi (63’ 87 Candreva); 10 Lautaro Martinez (80’ 30 Esposito), 9 Lukaku.

Panchina: 27 Padelli, 46 Berni, 2 Godin, 12 Sensi, 13 Ranocchia, 20 Borja Valero, 21 Dimarco, 39 Vergani, 40 Fonseca.

Allenatore: Antonio Conte.

HELLAS VERONA: 1 Silvestri; 13 Rrahmani, 21 Gunter, 33 Empereur; 5 Faraoni, 34 Amrabat, 32 Pessina, 88 Lazovic; 20 Zaccagni (49’ 66 Tutino) 14 Verre (62’ 8 Henderson); 29 Salcedo (83’ 9 Stepinski).

Panchina: 22 Berardi, 96 Radunovic, 9 Stepinski, 11 Pazzini, 15 Bocchetti, 18 Lucas Felippe, 25 Danzi, 27 Dawidowicz, 30 Wesley, 98 Adjapong.

Allenatore: Ivan Juric.

Arbitro: Valeri. Assistenti: Bottegoni – Rocca. Quarto Uomo: Di Martino. Var: Giacomelli. Assistente Var: Vivenzi.

Note
Spettatori: 66.202 (Circa 1200 veronesi)
Ammoniti: Brozovic (I), Zaccagni (V), Lautaro Martinez (I), Barella (I)
Corner: 9-3
Recupero: 1°T 1’, 2° T 5’.

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