Le pagelle di Inter-Sassuolo 2-1

MVP Carlos Augusto

J. Martinez 6,5 Il Beppe fa una buona gara, si fa trovare pronto, gestisce bene, poi fa pure una gran parata sul colpo di testa ficcante ma centrale di Pinamonti, quindi anche un po’ scenica e fotografica.

Akanji 7 Questo armadio a due ante dopo un paio di partite di rodaggio inizia a dare la paga agli attaccanti avversari, Laurentè, che non è l’ultimo arrivato, è un signor giocatore, ma è sempre portato sull’esterno con sportellate, ma intendiamoci, non fallose.

Acerbi 7 Il bello è sul finale, anzi il brutto nel senso buono, dopo che segna il Sassuolo infatti c’è da essere brutti e sporchi e allora ecco che è il suo momento, spazza tutto, perchè c’è il bello, c’è il cattivo, ma serve anche il brutto.

Carlos Augusto 7,5 Proprio l’altro giorno riflettevo che il brasiliano ordinato ha fatto due stagioni positive all’Inter, ma ancora senza quel tipico salto di qualità, che però sta arrivando adesso, dalle retrovie dimostra che non è che mancavano giocatori che saltano l’uomo in squadra, ma magari ci voleva l’allenatore che gli permettesse di farlo.

Dumfries 6,5 Partita attenta, disciplinata, ma non perda la verve in attacco, da un esterno ci si aspetta però sempre il guizzo.

Barella 6,5 Manca un po’ il suo tiro dal limite, non ci prova più, per il resto una gara di raccordo dove non ha mai fatto mancare il suo contributo.

Calahnoglu 6,5 Si conferma il suo doppio ruolo della partita con l’Ayax, alto e pressante in fase di non-possesso, regista, ma anche con giocate di nuovo rapide in fase di possesso. Chivu gli sta ritagliando un ruolo di ritrovato protagonista, rimotivandolo.

Sucic 6,5 La qualità è quella dell’alta scuola croata, quella che abbiamo visto negli ultimi anni, anche se deve ancora adattarsi un po’ al calcio fisico italiano, reggere meglio i contrasti, le spallate, un po’ di palestra magari o liberarsi del pallone ancora più celermente. Ma il ragazzo si farà.

Dimarco 7 Partita dopo partita sta tornando il Dimarco che conoscevamo, ogni partita sempre meglio, deve lavorare però sulla fase difensiva. Sempre detto però che era un esterno alto e non un terzo di difesa.

Thuram 6,5 Sfiora un gol che sembra fatto, ma è bravo il portiere a chiudergli lo specchio costringendolo ad angolare troppo il tiro. Partita per il resto a fasi intermittenti.

Pio Esposito 7 E’ mancato solo il gol, partita al servizio della squadra ma ritrovando anche un po’ di sano egoismo del centravanti, ci mette comunque troppa potenza nei tiri, non deve farsi prendere dalla smania di segnare, due partite da titolare e c’è già chi dice che non ha ancora segnato, ma quella rovesciata poteva far venire giù lo stadio.

Lautaro 6,5 Grande umiltà, parte dalla panchina ma scende in campo contro il Sassuolo con l’approccio come se fosse un derby.

Frattesi 6 Il suo gol ancora una volta lo aveva fatto, fuorigioco ahinoi, ma in fase di interdizione è inesistente.

Luis Enrique 6,5 Ma dov’era finito? Beh, è un bel giocatore, spunti creativi, ma anche intelligenza tattica. Interessante.

Bonny sv

Chivu 7,5 Ma è Chivu o è Freud? La gestione dei due portieri è stato un capolavoro psicologico, prima non umilia Sommer dopo i disastri di Torino, ma tenendolo comunque in campo nella partita successiva, poi non umilia Joseph Martinez che se non giocava con un Sommer così quando giocava, e allora lo tira fuori dal cilindro nella partita dopo. Poi la squadra impara dai suoi errori, dopo la sconfitta contro la Juventus quando il mister aveva chiesto maggior pragmatismo nei dieci minuti finali, ecco che il pragmatismo arriva nella partita di ieri. Bravissimo anche a commentare i cori della curva a suo favore, serve il sostegno alla squadra e al club, non solo all’allenatore, dice lui. Bravissimo a non farsi tirare per la giacchetta da chi dice di amare l’Inter ma poi pensa solo alle sue guerre settarie e di corrente. Ma abbiamo già parlato di come sta rimotivando Calhanoglu, non tanto per i due gol contro la Juve, dove nel complesso ha giocato male, ma già col doppio ruolo di regista e trequartista, proprio nelle ultime due partite dove il turco si sta adattando ai nuovi compiti. Dall’altra parte c’è la personalità di far fare due panchine a Lautaro, avrà avuto anche mal di schiena il capitano, ma qui c’è il polso forte dell’allenatore che fa capire che comanda lui e non il capitano, mentre chi va via e chi resta lo decide la società.