La nuova Inter di Suning che esclude

La campagna per il nuovo Brand Internazionale

L’Inter è sempre stato un club esclusivo che include, oggi sta diventando un club inclusivo che esclude, spieghiamo perchè

Not for everyone traduzione

Non per tutti, ma per chi e per chi no?

L’Inter di Suning lancia il suo nuovo brand, attraverso la campagna “not for everyone”. In questo periodo dell’anno, in realtà, molti interisti sono molto più interessati alle notizie di mercato, ma il Brand altri non è che l’identità in cui una squadra si riconosce ed è riconoscibile, quindi una cosa importante per ogni tifoso, per la quale la squadra di calcio non è solo una squadra di calcio.

Not for everyone è il motto dunque, non per tutti significa. Ho visto il video sul sito ufficiale, guardato i profili dei cinque testimonial scelti per la campagna e ho avuto una sensazione di profonda standardizzazione ed esclusività appunto, not for everyone. Ma appunto per chi non è? L’impressione è che se hai la sventura di fare un lavoro normale, appartenere al ceto medio, avere i genitori ambedue di nazionalità italiana o occidentale a te la nuova Inter è preclusa. Perciò possiamo dire che l’Inter di Moratti e dei suoi precedessori era un’Inter esclusiva che includeva, mentre l’attuale Inter cinese è un’Inter inclusiva che esclude. Se, infatti, l’Inter è sempre stata una squadra dalla matrice borghese, milanese, ma aperta a tutti, oggi quest’Inter sembra avere una matrice di vasta inclusione, che sembra voler abbracciare il mondo, ma che in realtà omologa ed esclude.

Suning si è presentata tre anni fa come continuatrice della tradizione morattiana, però ora le cose sembrano cambiare, oggi l’assalto appare persino anche a formule popolari come “pazza Inter”. Aveva cominciato Antonio Conte nel giorno della sua ufficializzazione da allenatore nerazzurro, dicendo “mai più pazza Inter”, ora l’Inter dovrà essere “regolare e forte”. Già avevamo detto che questa contrapposizione appare assurda, “pazza Inter” non ha mai voluto dire Inter “perdente” o “debole”, tanto meno “masochista”, ma “imprevedibile”, proprio “diversa”, pure “coraggiosa”, che appare anche la nuova formula scelta dagli Zhang.

L’impressione è di trovarci di fronte ad un rovesciamento dialettico di alcuni valori storici dell’interismo, si prende per esempio l’internazionalità, che vuol dire interconnessione, non globalità senza radici, e la si porta su un piano di minestrone global-underground-terzomondista, il cui atto pratico è inserire il marchio e attrarre sponsor nel mondo dell’alta moda e dei beni di lusso per il mercato dei nuovi ricchi asiatici, mediorientali e africani e delle attività ricreative dei loro figli.

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