Il velo pietoso, i fischi e i Gabigaullisti

Squadre in campo per Inter-Sassuolo, sullo sfondo la contestazione dei tifosi.

E’ una brillante giornata di sole che gracchia con il clima plumbeo intorno all’Inter. A San Siro si presentano in 42mila, tanti complimenti ai tifosi interisti, anche se la Nord lascia lo stadio dopo 20 minuti, ma civilmente e ironicamente. “Non potendo meritare il nostro sostegno, ce ne andiamo a mangiare”, recita lo striscione lasciato sulla balaustra nella curva vuota come una landa desolata. Prima della partita invece la squadra era stata accolta con un “Stagione 2016/17: stendiamo un velo pietoso” e giù un bandierone copricurva interamente bianco, con effetto scenico garantito. In buona parte del primo tempo c’è quasi un silenzio spettrale, squarciato dall’urlo “venduti!”, “andate a lavorare”, ma anche “noi abbiamo l’Inter nel cuore”. E’ una partita surreale con giocatori in confusione mentale e in caduta libera mentre il Sassuolo, altra squadra di fascia medio bassa della classifica, gioca in modo scolastico e segna. Nel secondo tempo i tifosi rimasti dentro lo stadio comunque sostengono la squadra dopo il gol di Eder, al primo anello sono stati distribuiti dei cartoncini per effettuare dei battimani ritmati che coinvolgono buona parte del pubblico, che chiede anche l’ingresso di Gabigol come fosse il bomber dei bomber, ma forse come antidoto ai fischi. L’insistente “Ga-bi-gol, Ga-bi-gol!” che risuona nello stadio sa di contorno alla contestazione, come dire si salva solo chi non ha mai giocato, così come gli applausi enfatizzati e volutamente esagerati a Iemmello quando lascia il campo. Non mancano le bordate di fischi ad ogni passaggio sbagliato, con Brozovic giustamente bersagliato. Il fatto però che alla fine son due punti in otto partite, altro dato surreale. Allora meglio tacere e aspettare che parli e agisca la Società, ma non dalla Cina.