Siena-Inter e l’importanza di chiamarsi Brienza

Pubblicato il 30 novembre 2011 già su http://www.francescoredpoli.blogspot.com/2011/11/siena-inter-e-limportanza-di-chiamarsi.html

Il Siena ha un trequartista che fa anche il terzino, una cosa che noi interisti conosciamo bene e ci ricorda una serie di coppe alzate al cielo, l’inter di oggi ha un trequartista che, a causa di una maledizione azteca, deve dribblare quattro volte lo stesso difensore prima di crossare e non rientrerebbe in difesa nemmeno se glielo chiedesse il re dei Maya. E’ l’importanza di chiamarsi Brienza, certe differenze pesano fino a un certo punto, fino all’89’, perchè alla fine come di consueto dalla città di Siena siamo tornati con una vittoria, ma sono differenze che fanno riflettere sull’insostutibilità di certi giocatori e sul complesso di squadra che è il calcio e sulla reale esistenza di quello che gli allenatori chiamano equilibrio. La linea di Ranieri è quella giusta perchè chi reclama il lancio in blocco dei giovani e la rottamazione dei “vecchi” è il primo pronto a fischiare i giovani al primo errore, e così facendo li brucerebbe. Sono sempre gli stessi, da qualunque angolatura si mettano. I risultati stanno dando ragione a Ranieri, quattro utili di fila tra campionato e coppa con il centrocampo storico in campo e i giovani centellinati, ma già decivisi nelle ultime due partite. E la partita con il Siena non poteva che essere questa, brutta, col possesso palla e successo nel finale, esattamente come tre stagioni fa con il gol di maicon in fuorigioco a tempo scaduto o lo 0-1 scudetto con il gol di Milito su assist di Zanetti, o andando a S.Siro il 4-3 in rimonta con Samuel decisivo in una delle più brutte e spettacolari inter di Mourinho. Le partite con il Siena sono queste, è il quadro generale intorno che è cambiato, divenuto di crisi, frutto dell’inizio gasperiniano di stagione, dell’addio di eto’o e delle sparute comparse di snejder e maicon tra un infortunio e l’altro e pensieri futuri forse, che ci fanno capire una cosa, siamo in una fase di transizione tra un ciclo finito ed uno che deve ancora cominciare e per farlo iniziare non serve l’accetta ma l’appoggio ancora della vecchia struttura, dei Samuel, zanetti, stankovic, cambiasso, per avviare gli alvarez, obi, castagnos. In attesa dell’arrivo di quel mediano che faccia filtro davanti alla difesa e di altri centrocampisti giovani (tre nomi: Galloppa, Barnetta e Sahin se non dovesse trovare spazio nel Real, magari con un’operazione stile cambiasso o snejder).

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