Suning punta sempre più sulla milanesità

Perchè l’Inter è la squadra di Milano, perchè Milano è la squadra dell’Internazionale

La città di Milano è sempre più presente nel panorama comunicativo dell’Inter e non solo comunicativo. Finchè c’era Moratti e precedentemente gli altri presidenti la milanesità era incarnata da loro stessi, una lunga sequela di personaggi della borghesia colta milanese hanno percorso il ‘900 nerazzurro e dato un’idea dell’Inter riempita di vitalità, generosità, buon gusto ed eleganza. Con l’arrivo di Suning molte domande si facevano i tifosi

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Anzi, andiamo con ordine amici, prima c’è stato Thohir, ma l’ex presidente dell’Inter puntò più sull’altro versante del mondo interista, quello dell’Internazionalità, non capendo che nella realtà le due cose non sono distinte, perchè non c’è internazionalità senza Milano e non è Milano se non è aperta al mondo. Come si sarebbe comportata Suning in tal senso? Questa è una delle domande che si facevano i tifosi.

Porta garibaldi (Foto Calciointer)

La risposta l’abbiamo avuta negli ultimi mesi. Dalla presentazione di Nainggolan tutto è stato fatto per dare un’immagine di radicamento urbano, il belga che corre vestito da Ninja per le vie della città, De Vrij che dialoga in dialetto con un vecchio milanese, Vrsaljko che mostra il suo tatuaggio del cenacolo Vinciano esposto a Santa Maria delle Grazie, sono solo alcuni dei video creati dal team di comunicazione del Biscione.

Ovviamente è diventata quasi scontata la celebrazione di Milano nella settimana del Derby, ma forse quello più significativo è stato il video di Steven Zhang che annuncia la sua elezione a presidente del club. Il più giovane presidente della storia passeggia tra le vie della città e guarda affascinato gli edifici, i suoi occhi non riflettono più solo la solita cartolina del Duomo, che i detrattori dicevano essere l’unica cosa bella di Milano, ma la bellezza indiscutibile del centro storico e dei quartieri riqualificati in questi anni, non solo, Steven ora parla e non fa parlare solo le immagini, e parla di questo ambiente aperto alla crescita, all’innovazione, che vuole sempre migliorarsi e sembra trovarsi a casa.

Il castello sforzesco (Foto Calciointer)

Tutto troppo ideale? Forse sì, è chiaro che nel mancato radicamento di Thohir c’era la scarsa volontà di radicamento economico, essendo per l’indonesiano l’Inter non molto di più di un trampolino di lancio per la sua carriera politica in patria, mentre il progetto di Suning è ben più ramificato ed esteso e comporta una volontà di radicamento economico nel tessuto cittadino, per non parlare della scelta non casuale di una città che in questo momento storico è l’unica nel paese italiano aperta al mondo, al futuro, alla modernità, in uno stato sempre più chiuso in sè stesso e impaurito dalla globalizzazione. La subordinazione al governo cinese, non così aperto e liberale? Per ora rimane sullo sfondo, dietro i grattacieli di Porta Nuova.

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