Suning, il problema non è economico, è politico

Il presidente cinese Xi Jinping

Oggi il tema centrale su cui dibattono tutti gli interisti non è tanto se Suning farà un grande mercato – basterebbe aspettare – oppure non farà nulla o quasi. Oggi quello che ci si chiede è il perchè di queste difficoltà oggettive e largamente ammesse dai Sabatini e dagli Ausilio, confermate da Thohir che ha chiarito che siamo ancora nell’epoca prima vendere e poi comprare. Ci sono varie ipotesi e varie tesi, dai problemi persistenti con il fair play finanziario all’improvviso braccino corto dei cinesi, che sarebbero stati scottati dall’affair Joao Mario e Gabigol. C’è un’altra questione però, ben più importante e potente, di cui nessuno ha parlato. La situazione politica in Cina. Recentemente la Tv di Stato cinese, ovviamente strettamente controllata dal partito comunista cinese, ha tirato delle stilettate a Suning, tirandola in ballo riguardo a quelle aziende cinesi che farebbero investimenti all’estero per esportare capitali e ripulire il denaro. In un’epoca in cui l’analisi politica è ridotta ad una questione di corruzione ed onestà, si è perso di vista il messaggio politico arrivato dagli ambienti governativi attraverso questo reportage televisivo, ma lo si poteva desumere dalla risposta di Suning, la quale ha chiarito che tutti gli sforzi del gruppo sono protesi a vendere e commercializzare il brand Inter nel mercato cinese e non all’estero. La questione, infatti, è che c’è una dialettica interna in Cina tra chi vorrebbe stimolare il mercato interno e chi vorrebbe puntare sull’estero. Le linee guida nella repubblica popolare di Cina non le decidono gli imprenditori, ma il governo, che in questo momento propende proprio per una stretta verso gli investimenti esteri, perciò la causa dell’improvviso braccino corto di Suning andrebbe ricercata in questa decisione politica del PCC. A noi tifosi italiani interessano un paio di cose. Intanto una strategia del genere, se sarà duratura, toglierà centralità al tifoso italiano ed europeo e forse non è un caso che è quasi sparito il discorso stadio. In secondo luogo, sempre secondo le direttive del governo asiatico, che vuole rendere il campionato cinese il più forte del mondo entro vent’anni, la stessa Inter nella polisportiva di Suning non avrebbe un impatto centrale. L’evolversi della situazione va seguita attentamente, senza catastrofismi ed eccessivi allarmismi certo, ma mettendo anche da parte le trombe da solerti agit-prop.