Il nuovo stadio come polo di aggregazione calcistico-sociale

Nuovo stadio per vincere

Come potrebbe essere la realtà del nuovo stadio di Milano? Ho sentito architetti poco interessati al calcio ergersi a difensori del vecchio San Siro, ho sentito che sarebbe una battaglia della milanesità contro i proprietari americani e cinesi, ma la vera posta in gioco non è nemmeno il vecchio san siro che tutti amiamo in quanto tale, ma la competitività di Inter e Milan nel calcio europeo. In pratica, al di fuori di tutte le retoriche ideologiche, avere uno stadio di proprietà in grado di creare un indotto da centinaia di milioni di euro all’anno, permette ai rossoneroazzurri di avere quei ricavi che consentono di comprare i migliori giocatori e giocarsela a livello internazionale con le big europee. E’ una questione molto più calcistica di quello che sembra, ma appunto a chi ne fa solo una questione di bandiera in maniera strumentale per portare avanti battaglie ecopolitiche, il bene di Inter e Milan non importa. Ma a noi poveri banalotti tifosi delle crociate ecopoliticoideologiche non interessa, noi siamo banali tifosi, però attenzione, perchè noi poveri ignoranti siamo comunque in grado di capire che un nuovo stadio di proprietà vuol dire anche creare un centro di aggregazione di quartiere ed anche sportiva che darebbe una funzione sociale e non solo di profitto. Questo i salottieri petizionisti non lo capiscono. Ma chi è indottrinato a pensare che il profitto sia solo un male demoniaco senza benefici sociali non ci può arrivare a capirlo. Invece uno stadio come polo di attrazione commerciale e sociale sette giorni su sette ridarebbe vita al quartiere degradato periferico dove sorge, ma non solo, creerebbe migliaia di posti di lavoro.