Nuovo san Siro, i due progettisti si scontrano a colpi di frecciatine

Presentazione dei due progetti per il nuovo stadio di Milano

E’ derby nel derby, oggi sono stati presentati i due progetti in lizza per il nuovo san Siro, selezionati da Inter e Milan tra un mazzo ancora più ampio e ora verranno sottoposti al giudizio della città, del comune, della stampa, degli ex giocatori e ovviamente dei tifosi in generale.

Clima di massima eleganza in linea con la sede del Politecnico di Milano nella città del design, ma tra gli architetti rappresentanti i due studi in lizza non sono mancate frecciate e veri e propri colpi bassi al momento delle presentazioni, come in un vero e proprio derby.

Da una parte lo studio americano che si rifà al modello dei due anelli, con un progetto in linea con la tradizione del Meazza, dall’altra lo studio londinese che mixa maggiormente tradizione e innovazione. Tutti e due si sono in qualche modo rinfacciati a specchio una presunta scarsa milanesità e scarso radicamente sul territorio, in realtà c’è da dire che ambedue i progetti puntano molto proprio sul radicamento con la città attraverso tantissimi riferimenti a Milano, ai suoi simboli archittetonici e questo è sicuramente un fattore positivo.

Il progetto per San Siro dello studio di architettura Manica Sportium

Ma andiamo in ordine cronologico di presentazione. La “gara” di andata è andata al gruppo americano, il che è uno svantaggio, come avrete visto lo stadio sarebbe ad anelli circolare come quello attuale, una sorta di san Siro 2.0, ma anche simile allo stadio dell’Arsenal. Ad ogni modo quello che si è visto è un breve video di animazione, difficile dare un giudizio definitivo, mentre l’area circostante sembra puntare molto sul verde. Ma ecco la prima frecciata, il progettista inizia a parlare di uno stadio “democratico”, per i “cittadini”, con tanti posti in curva (l’altro stadio pare invece aumenti i posti Vip), perchè “lo stadio non è una cattedrale”. Il riferimento è chiaramente all’altro progetto, che è appunto definito della “cattedrale” per i richiami al Duomo. La gaffe però è proprio dietro l’angolo e come negli incubi del cantante di “oh mia bela Madunina”, che temeva che un giorno si sarebbe cantato “Malano mia”, l’architetto parla proprio di… “Malano” e non “Milano”, ma c’è da dire che in inglese la “i” in effetti si legge “a”.

Il progetto Populous

La risposta del secondo progetto non si è fatta attendere, anche il progettista londinese si accompagna ad uno milanesisssimo architetto che rivendica la sua milanesità, ma la frecciata è presto assestata, “fare uno stadio di calcio è cosa molto diversa da farne uno per gli sport americani“, poi ricorda come loro hanno costruito i maggiori stadi europei per il calcio. Come detto questo progetto mischia più tradizione e innovazione, anche qui il video è molto breve e non si può dare un giudizio definitivo, non si vede la tribuna, ma i distinti ricordano il nuovo stadio del Lione, mentre le curve quelle del Chelsea, ma ci sono molti dettagli identari e innovativi allo stesso tempo, le vetrate ai lati, i richiami alle guglie del duomo e l’area circostante, ovviamente piena di ristori ed esercizi commrciali, che ricalca la galleria di Corso Vittorio Emauele. Altri dettagli vengono promessi, ma al momento non si può verificare, come tribune ancora più vicino al campo del Meazza, un’acustica perfetta che esalterebbe il tifo.

Chiaramente tutti e due i progetti puntano a riqualificare il quartiere sette giorni su sette e stiamo parlando di una delle zone purtroppo più degradate e abbandonate di Milano, prive di illuminazione e punti di ritrovo, questo sicuramente sarebbe un aspetto importante.

Ancora Populuos

La perplessità maggiore della maggioranza dei tifosi rossoneroazzurri rimane la capienza, ambedue gli stadi sarebbero solamente da 60000 posti, che appare comunque un po’ poco, anche se è chiaro l’intento delle società di aver un tutto esaurito sicuro ogni domenica, ma portarlo a 70mila sicuramente non farebbe male. Da capire meglio anche molti altri aspetti, si parla di uno stadio sotto terra per evitare l’impatto acustico e architettonico sul quartiere, ma ci sarebbe da domandare se questo comporti problemi di umidità, oltre al fatto che in nome dell’ecosostenibilità la visuale esterna perderebbe quella imponenza maestosa che invece ora ha san Siro. Non vorrei che quando la moda dell’ecosostenibile a tutti i costi finirà non ci si pentisse di aver fatto uno stadio interrato.

Ora la palla passa al Comune e dal Sindaco Sala è arrivato un primo ammonimento, “si mantengano prezzi popolari e accessibili per tutti”.

Manica

Detto questo abbiamo interpellato un architetto milanese anche noi che ci ha ricordato che da video del genere in realtà non si può capire la reale realizzazione, ne’ l’impatto sulla viabilità, ne’ tutta una serie di dettagli al momento incomprensibili. Ovviamente non tutto è oro quello che luccica ed è presto per emettere giudizi. D’altra parte la vox populi a Milano rimane sempre quella, davvero non si poteva ristrutturare san Siro? In questo senso l’Ad Antonello ha affermato che ristrutturarlo voleva dire cambiarne del tutto la fisionomia, portarlo ad una capienza anche sotto i 60mila posti, costringere Inter, Milan e tifosi a giocare almeno un anno in trasferta e forse costa meno demolirlo e rifarlo ex novo. Vedremo.

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