Il comune vende il Meazza a Inter e Milan, era ora

Dopo sei anni di estenuanti trattative sembra che la situazione dello stadio di Milano si stia sbloccando. Meglio tardi che mai. I tempi si sono fatti biblici nel tempo, sembrava ad un certo punto che addirittura Inter e Milan fossero intenzionate a traslocare in provincia di Milano per avere un loro stadio di proprietà. Ma in campo alla fine c’era una solo questione, i soldi, il comune ne vuole tanti da Inter e Milan. Ma tanti tanti.
Ed eccoli qui, i romanticoni, quelli che San Siro non si tocca, che è un patrimonio della città, e poi chi li sente i tifosi, che invece magari sarebbero pure contenti di avere uno stadio nuovo più al passo coi tempi o comunque un san Siro di proprietà dei club, cosa fondamentale e che esiste in ogni parte del mondo, a parte Italia e Cuba. Ma sentite le ultime dichiarazioni del nostro simpatico gioppinone sindaco: “Stiamo correndo, penso che riusciremo a vendere ai club il vecchio San Siro e le aree circostanti per settembre. Milan e Inter inizieranno dopo le Olimpiadi invernali a costruire il nuovo impianto, che dovrebbe essere pronto in tempo gli Europei del 2032 e poi inizieranno a lavorare sul vecchio impianto, che non avrà la funzione dello stadio. Ci sarà una società 50-50 fatta dai due club a cui sarà venduto lo stadio, Inter e Milan vanno d’accordo”.
Intanto speriamo di avere un nuovo stadio già prima del 2030, ma lui corre? Manco fosse Coppi al giro d’Italia. In realtà ha fatto perdere tempo a Inter e Milan per sei anni e forse più, a quest’ora potevano avere già un nuovo stadio con almeno 50 milioni di ricavi in più all’anno, secondo stime al ribasso, che in sei anni fanno circa 300, che perciò il sindaco ha fatto perdere ai club milanesi, ma si sà, a loro romantici i soldi fanno schifo, però quando arriva l’offerta giusta ecco che se li prendono, l’agenzia delle Entrate si sfrega le mani, ed allora la situazione si sblocca, addirittura si corre, insomma, invero si va ai tempi delle lumache, ma non quelle simpatiche, invero quelle burocratiche e pure furbe, ma perchè? Pensate che poi questi soldi serviranno alla comunità, allora che fine hanno fatto i soldi delle multe, non certo a migliorare un suolo stradale da terzo mondo e nemmeno a migliorare la sicurezza di una città in balìa di borseggiatori e topi d’appartamento. La verità? Volevano tenersi San Siro per le olimpiadi invernali del 2026, per la loro inutile passerella, per poi incassare. L’ultima però.
Ad Maiora, 2026
N.B. Questo succede in Italia quando qualche imprenditore vuole investire in infrastrutture e sviluppo economico, allora prima di contro si crea la sovrastruttura degli ecocomitati di quartiere che parlano a nome della cittadinanza ma sono solo una minoranza composta dai soliti noti attivisti di professione, sotto agisce la struttura economico-burocratica che vuole mungere, sotto ancora la struttura dell’economia sommersa che gestisce i parcheggi e i punti di ristoro intorno allo stadio che non vuole perdere i proventi. La passione dei tifosi? Il calcio del popolo? Tutte balle. Uno stadio di proprietà di Inter e Milan è l’unico reale interesse dei tifosi. Per avere un luogo identitario dove vivere la comunità sportiva di Milano 7 giorni su 7, per permettere ai club di avere la gestione del luogo e quei ricavi necessari per reinvestirli nell’attività sportiva ed essere competitivi nelle competizioni internazionali.
L’ultimo sfregio di questa giunta comunale ostaggio di microsette e burocrati? Non fare un maxi schermo per la finale di Champions in piazza del Duomo.