La teoria dell’1 per cento

Le parole di Conte nel vuoto di una proprietà assente

conte e zhang

Quando noi interisti vediamo quello sguardo perso nel vuoto nel nostro allenatore capiamo molte cose. Dopo gli altri, quello sguardo è comparso anche in Conte, che da tigre si è ritrovato di nuovo il gatto nero sulla testa. L’affermazione di Conte nel postpartita di Inter Bologna 1-2, “spero i giocatori siano arrabbiati e delusi l’1 per cento di quanto sono io”, fa capire molte cose e fa il paio con quel “poi vediamo” postsassuolo. Così come “non siamo una grande squadra”. E in effetti una grande squadra non perde nel modo di ieri.

Gli errori di Conte li abbiamo detti, squadra che parte troppo a mille, scoppia nel secondo tempo, un preparatore atletico che se ne va, cambi tardivi, ma lui ha risposto spiegando che questa squadra non può non andare a mille, non ha le qualità di palleggio a centrocampo e in fase d’impostazione per giocare più piano, ed è vero, per quanto riguarda i cambi tardivi si è parlato di equilibri, ma il riferimento è ad una rosa corta, senza ricambi e anche questo è vero.

Abbiamo detto in tempi non sospetti che questa rosa sulla carta è più debole di quella che aveva Spalletti, che tenne in panchina per un anno Lautaro, per sei mesi Cancelo e Rafinha, che aveva Icardi e Perisic e invece di fare da paciere nella loro lite mise benzina sul fuoco, così come d’altronde la società.

Ora non abbiamo la sfera di cristallo e non vi diamo retroscena, non sappiamo cosa succede nello spogliatoio e nella sontuosa nuova sede di Porta Nuova, ma l’impressione frutto della nostra esperienza al seguito dell’Inter da decenni dice che Conte non ha più la terra sotto i piedi, i giocatori come sempre in questi casi vanno a ramengo e ora si rischia grosso ed è un vero peccato perchè questa è stata finora la miglior stagione da anni, solo otto punti di gap con la juve prima di ieri, semifinali di coppa italia, possibilità di andare in final eight di europa league e conquistare un secondo posto su un podio che non si vede dal 2011.

Speriamo che tutto si ricomponga e si chiuda dignitosamente non replicando certi finali di anni passati, poi si vedrà, speriamo di risentire il presidente Steven Zhang tornare a twittare di calcio e di Inter e non di politica e geopolitica e magari rivederlo a Milano. E il caro leader padre, che in quattro anni si è limitato ad un fozza inda e un paio di visite a Milano, con un fatturato da 70 miliardi l’anno, se può, ci dica qualcosa, per favore.

LA ROSA DI CONTE TROPPO CORTA

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