Conte vede spine nella sua rosa

Analisi della Rosa dell’Inter 2019/20

Foto calciointer.net

Dopo due mesi di stagione, l’Inter si trova nella sua fase più critica. Conte è alle prese con ben 4 infortunati (D’ambrosio, Sensi, Vecino, Sanchez) che hanno ridotto all’osso la rosa nerazzurra. In verità un altro fattore di questo “spolpamento” sono anche le scelte tecniche del tecnico: ben 4 giocatori – Ranocchia, Borja Valero, Lazaro e Dimarco (più Agoume’) – non sono praticamente mai stati utilizzati e appaiono fuori dal progetto tecnico.

In questo modo, per scelta o per necessità, il mister si trova a disposizione una quindicina di elementi. La squadra ne ha risentito e dopo un agosto-settembre praticamente di sole vittorie, escluso il pari con lo Slavia Praga, sono arrivate due sconfitte, un pareggio e due vittorie, ma il dato che è saltato all’occhio sono i gol subìti: Due dalla Juve, due dal Barcellona, tre dal Sassuolo, zero dal Dortmund e altri due dal Parma, fanno nove nelle ultime cinque partite. Un’assenza poco considerata e che invece si è fatta sentire sopratutto dal punto di vista degli equilibri difensivi è sicuramente quella di D’ambrosio, ma l’impressione è che, fermo restando che la fase difensiva parte dagli attaccanti, è proprio il pacchetto dei difensori centrali a soffrire la difesa a tre.

Nel gioco di Conte i difensori devono partecipare fortemente alla fase offensiva, non solo l’impostazione, ma sopratutto i due laterali devono essere quasi due semiterzini o due semi mezz’ale, non a caso in passato l’ex ct della nazionale ha utilizzato giocatori che nascono terzini come Chiellini, Azpilicueta, mentre in nostri sono dei centraloni vecchio stampo, sia Godin, sia Skriniar, solo De Vrij, che comunque gioca al centro, sembra a suo agio, ma anche in parte il giovane Bastoni. Faticano tutti a stare alti in fase difensiva e offensiva. Una soluzione provata è stata quella di mettere D’ambrosio, appunto un terzino adattato, ma poi l’ex Toro è apparso più utile di nuovo come esterno.

Anche il centrocampo appare poco amalgamato e con molti doppioni: Borja Valero, Brozovic e Sensi sono fondamentalmente tre registi, Barella, Gagliardini e Vecino due incursori votati all’inserimento, ma manca un intermedio o un tuttocampista, forse solo Sensi lo è.

Pure l’attacco vede la presenza di giocatori con caratteristiche troppo simili l’uno all’altro: Lukaku, Sanchez, Politano sono tre contropiedisti, da lanciare nello spazio in velocità, manca un vero 9 classico in grado di far reparto, ma anche costante in fase realizzativa. Lautaro sta provando a diventarlo.

Sugli esterni gli unici di ruolo sono D’ambrosio e Biraghi, più Dimarco che però non gioca, mentre Asamoah, Lazaro e Candreva sono mezz’ale adattate.

A questo punto, in attesa dei rinforzi di gennaio, Conte dovrà riflettere se insistere con il 3-5-2.