La favola della volpe e l’uva raccontata da un esercito orientale

Cari amici, c’è qualcosa che non torna in certi discorsi belli tondi e ragionevoli, come direbbe Giovanni Lindo Ferretti. E perchè sono proprio troppo tondi e a bene vedere, sì, folli.

Parlo di chi dice che anche le altre non hanno fatto nulla in questo mercato. Ma noi siamo l’Inter, possiamo vivere pensando solo che il Milan è messo peggio di noi, rapportandoci a quello che fanno la Roma e il Napoli? No, il nostro competitor è la Juventus, e mi pare che abbiamo un gap da colmare e come colmarlo se non attraverso colpi di mercato?

Leggo studenti universitari e influencers dire che il vero tifoso deve appassionarsi al 90′, alla partita, ma questo romanticismo mi sembra posticcio e malandrino, perchè il calciomercato è funzionale al calcio giocato. Giusto seguirlo e aspettarsi qualcosa di più di Lisando Lopez e Rafinha. Non fanno male quei tifosi che lo seguono e che magari sono gli stessi che sabato sera saranno sugli spalti di San Siro per una partita contro il Crotone.

Tanto Pastore era rotto e vecchio? Mi pare la vecchia storia della volpe e l’uva. L’avete presente? Ce la raccontavano a scuola. La narra Esopo e fa così: “Una volpe affamata, come vide dei grappoli d’uva che pendevano da una vite, desiderò afferrarli ma non ne fu in grado. Allontanandosi però disse fra sé: «Sono acerbi». Così anche alcuni tra gli uomini, che per incapacità non riescono a superare le difficoltà, accusano le circostanze.”

Ma tutto questo in generale mi pare la storia della volpe e l’uva, sento dire meglio nulla che Schelotto e Rocchi, certo e anche Ronaldo, Djorkaeff, Figo, Ibrahimovic, Milito, Eto’o… E’ fantastica la creatività perversa degli agit-prop, dei propagandisti, degli imbonitori che ammansiscono, eppure l’interista è una anima libera, non sarà mai un soldatino di un esercito orientale.