Il segreto dell’Inter

Si può parlare ancora di centrocampo a due per quanto riguarda l’Inter? E’ ormai evidente che Gagliardini e Vecino non sono più soli, ma si muovono in sincronìa con Borja Valero, centrocampista a tutti gli effetti. Se Vecino si sgancia, Valero si abbassa, Gagliardini fa il perno basso, oppure Valero fa il Pirlo, in mezzo ai body guard Vecino e Gaglia, oppure Vecino e Valero in avanti e Gaglia baluardo, ma non ci sono solo loro tre. In fase di ripiegamento Candreva e Perisic rientrano compatti sull’interno per un 4-3-2-1 difensivo, solo se poi il terzino avversario avversario sale si allargano a difendere. La voglia di centrocampo si è ancora più espressa nel secondo tempo di Inter-Atalanta, con l’ingresso di Brozovic al posto di Candreva, creando una immensa densità attraverso quattro mezz’ale in campo. La difesa così torna a non prendere gol dopo tre partite in cui si erano subìti quattro gol, grazie anche al ritorno ai loro standard di Handanovic e Miranda.

Difficile trovare degli scontenti in questa Inter, Eder entra sempre negli ultimi cinque minuti e corre come un forsennato, Santon si fa trovare pacato e pronto, Ranocchia si prepara a far rifiatare Miranda, Brozovic non fa parlare di sè, Cancelo e Dalbert sono forse consapevoli di non essere ancora pronti, solo Joao Mario appare intristito e apre alla cessione. Un appello a Spalletti, dai qualche minuto a Karamoh e Pinamonti.

Senza nulla togliere ai meriti di Spalletti, e se il segreto fosse una rosa di soli 22 giocatori che non si infortunano mai?