I cocci di san Siro e la calata dei barbari

Serata allo stadio

Quasi 50mila per l’ottavo di Europa league, scongiurato il pericolo di scontri, sull’asfalto rimangono solo i cocci di vetro e nell’aria l’odore di birra

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43 minuti a piedi per arrivare a san Siro, da piazzale Lotto a piazzale Axum cammino su una lunga distesa di bottiglie di birra e cocci di vetro lasciati dai barbari al loro passaggio, alias i tifosi dell’Eintraicht Francoforte, dopo dieci minuti di coda, alle 20.05, varco i cancelli del vecchio Meazza.

Il muro umano dei tifosi ospiti è impressionante, quasi tutto il terzo anello è in mano loro, era forse da Inter-Sampdoria del 1991 che non se ne vedevano così tanti, ma ribadisco la mia contrarietà di aver dato così tanti biglietti, già espressa in un precedente articolo, stasera si è giocato praticamente in campo neutro, non si capisce poi perchè non metterli tutti in curva sud, perchè sottoporre la città di Milano ad uno stress simile che ha incasinato il traffico per tutto il giorno, le forze dell’ordine ad un superlavoro con più di mille agenti impegnati, tutto per qualche dollaro in più, come direbbe Clint Eastwood, ma per fortuna è andato tutto bene, nessuno scontro, pochi cori ostili, con la curva di casa a cantare contro Bergamo e gli atalantini presenti insieme ai tifosi tedeschi.

Alla fine sono quasi 36mila i nerazzurri presenti, esauriti primo verde, arancio e blu, pieno anche il secondo arancio, discretamente pieni secondo verde e primo rosso, solo un centinaio al secondo rosso, aperto solo all’ultimo, chiusi secondo blu e terzo verde. I tifosi ospiti riempiono il terzo blu, con striscioni e tanti bandieroni, e il terzo rosso, ma con un solo striscione e zero bandiere per un totale di 13500, a cui però bisogna aggiungere dei gruppetti al primo arancio e rosso, circa 500 in tutto. Quando cantano tutti sono in stereofonia, rimbalzando i cori tra il blu e il rosso, fanno impressione, ma alla lunga incita solo il gruppo centrale nel terzo blu, dietro lo striscione “Ultras Frankfurt”.

La curva di casa tiene botta, per almeno mezz’ora il tifo è incessante, poi parte l’invito ai giocatori a “tirare fuori i…” seguito da tutto lo stadio. Fischi tutto sommato contenuti e sostegno anche nel secondo tempo, il tifoso interista punta ormai alla santità, mentre il nome di Spalletti all’annuncio delle formazioni come sempre viene scandito dal settore verde e ignorato dagli altri settori.

Nel secondo tempo si alza nell’aria distintamente l’odore di birra, poi si va a casa, a questo punto, rimasto solo il campionato, rimangono al tempio milanese sei partite, Lazio, Atalanta, Roma, Juve, Chievo ed Empoli, ma l’impressione è che i soliti 60mila scemeranno.