Quell’Inzaghi che non inziga i critici, ma inzaga come Zigo-Zago

Proviamo a fare il punto della situazione in casa Inter, dove ormai tiene chiaramente banco la questione Inzaghi. Andiamo con ordine:

  • Risultati Agli ottavi di Champions l’anno scorso e fino ad ora ai quarti, riportando l’Inter dopo 12 anni. Secondo in campionato la stagione scorsa e attualmente ancora secondo, seppur a distanza siderale dal Napoli capolista. Una coppa Italia e una supercoppa italiana vinta la stagione precedente, supercoppa rivinta quest’anno e semifinali di coppa nazionale da disputare ad Aprile. Diciamolo pure, se siete di quei tifosi che considerano le coppe nazionali delle coppette inutili, sicuramente Inzaghi non vi soddisferà, altrimenti potreste essere già discretamente soddisfatti. Veniamo al campionato, qui ci sono le delusioni più grosse, l’anno scorso si poteva vincerlo, quest’anno si sono lasciati troppi punti per strada, con responsabilità del mister, se poi siete di quelli che chi arriva secondo non se lo ricorda nessuno chiaramente Inzaghi non fa per voi. Ma figuriamoci allora cosa pensate di Spalletti che strappò un quarto posto per il rotto della cuffia. Per riassumere diciamo che quello che mette tutti d’accordo sono i quarti di champions, sul resto non si troverà mai accordo.
  • Rosa Mah, sento continuamente dire che Inzaghi ha una rosa fortissima, sicuramente è forte, ma Cancelo e Hakimi erano più forti di Dumfries, ci si dimentica di un certo Eriksen o di Rafinha, dei Perisic e degli Icardi all’apice della loro carriera, come Handanovic e De Vrij, di un Lukaku che non c’era un anno fa e quest’anno non è quasi mai stato disponibile, così come Brozo. Sul piano economico l’unico neo da parte dell’attuale allenatore mi pare i 30 milioni spesi per il suo pupillo Correa, per il resto Suning non ha dovuto sborsare un euro – a differenza dei tempi di Spalletti e Conte – viviamo di colpacci a parametro zero che mi sembra stiano rendendo più del previsto. Sul piano quantitativo infine, numeri alla mano, tutta questa lunghezza della rosa non c’è: in attacco siamo ridotti all’osso, difesa e centrocampo siamo giusti giusti, c’è abbondanza sugli esterni dove è vero che il tecnico alcuni giocatori non li vede e abbiamo due portieri di livello, cosa che però a volte può creare equivoci. A gennaio la società non ha fatto mercato.
  • Comunicazione: Un aspetto che nel calcio contemporaneo è diventato importantissimo. Diciamolo, Inzaghi su questo piano non è Mourinho, ma il suo pregio è proprio di non provarci nemmeno ad esserlo e di essere sè stesso invece. Ognuno è e deve essere sè stesso. Chi invece negli anni scorsi ha provato a fare il Mou o è diventato una barzelletta come Mazzarri o è risultato solo uno spocchioso arrogante coi modi da cardinale sceso in terra a benedire gli inferiori col suo sorrisetto sarcastico come Spalletti. Bene così allora, l’ex laziale su una cosa ha ragione, è triste che nel calcio educazione e modi rispettosi vengano scambiati per debolezza, come nella vita. A differenza di molti allenatori precedenti non ha mai attaccato pubblicamente proprietà, dirigenti e giocatori ed è stato ripagato con una certa freddezza e scarsa difesa nei suoi confronti dalle altre componenti.
  • Valore tecnico Ma qua è anche inutile entrarci, ognuno sul valore dell’allenatore ha ed avrà sempre la sua idea, sappiamo solo che non è il migliore allenatore della storia dell’Inter come non è certo un incapace. A volte sbaglia i cambi o li fa tardivi, a volte no, non cambia mai modulo ma è eclettico nel cambiare approccio alla partita, perchè talvolta attacca e in altre occasioni si difende e riparte in contropiede come giusto che sia; sostituisce quasi sempre il giocatore ammonito, che di per sè non è un’assurdità se non portata al dogma.

Questo è tutto amici, ora non ci resta che goderci quarti di champions e semifinali di coppa Italia, sperando di mantenere la seconda posizione in campionato, per il resto affidiamoci a Zigo Zago Inzaghi

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