Il male dell’Inter è chi fa le lotte di corrente

Editoriale calcio inter

Non è la critica il male dell’Inter, ma le fazioni, le correnti, perchè gli opinionisti interisti è giusto che si schierino, ma devono parlare a tutti

Cari amici, non so voi, ma io non ne posso più di sentir parlare del caso Icardi. Non voglio più parlarne, non ne posso più, anche se so già che alla fine sarò costretto a farlo.

I piloni di san siro

Ma andiamo oltre, l’ho detto, per il tifoso interista non sono mesi facili, le continue tensioni interne sono logoranti e procurano una dose di stress non indifferente, maggiore anche dei risultati oggettivamente non certo esaltanti. Non c’è solo Icardi e la Uanda. Vedere Zaniolo crea un dispiacere, vederlo nella Roma e non all’Inter, con quella struttura fisica e quella capigliatura simile a Zanetti, è un vero peccato, chi può negarlo? Qualcuno effettivamente lo nega, anzi attacca gli interisti, “perchè non avete protestato a giugno quando lo hanno venduto?”, dice polemicamente, ma davvero l’interista deve conoscere i giocatori della primavera, non è compito dei dirigenti e dell’allenatore valutarli? D’altronde lo stesso ex allenatore delle giovanili, Vecchi, ha fatto capire che lui non lo avrebbe mai venduto. Non prendiamoci in giro e non prendiamo per il naso gli interisti.

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Difendere la società quando è indifendibile come nel caso Zaniolo e attaccarla quando fa solo il suo dovere sembra l’esercizio dell’oltranzista fanatico, il quale, infatti, accusa l’Inter di non essersi fatta sentire dopo gli oggettivi torti arbitrali di Firenze, eppure non è così, la società si è fatta sentire nettamente, assolutamente, nei modi, nei tempi e nelle sedi corrette, l’arbitro Abisso è stato punito. Ma allora, perchè alimentare questa sfiducia verso i dirigenti e la proprietà rispetto alle cose che contano alla radice e difenderla a spada tratta su questioni particolari? Se ci mettiamo a pensare che l’Inter non difende sè stessa negli aspetti più importanti e fondamentali finisce tutto. La delegittimazione è totale e disfattista. Lo si può anche pensare, è legittimo, ma allora non si tappi la bocca e non si diano patenti di interismo quando altri fanno critiche molto meno radicali. C’è questa schizofrenia, Alcuni che accusano i tifosi di “destabilizzare” l’Inter solo perchè osano criticare l’allenatore, sono i primi a “destabilizzare” l’Inter nella sua radice e profondità.

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I tifosi si dividono in due categorie, anzi tre. Ci sono quelli che ritengono che si possa esercitare il diritto di critica e quelli che non l’accettano, tutte e due le culture sono legittime se non pretendono di imporre il proprio metodo agli altri (cosa che spesso capita nel secondo caso), ma poi c’è la terza categoria, quelli che fanno le lotte di corrente, di fazione, che criticano una parte del club e difendono acriticamente l’altra, ma si perde e si vince tutti insieme, tutti sono soggetti a critica se sbagliano; tifosi, allenatore, giocatori, dirigenti e proprietà, non solo una parte. Quindi o non si critica nessuno o si critica tutti, ma la lotta delle fazioni e chi la alimenta è il male dell’Inter. Chi semina zizzania e divisioni tra gli interisti non è la critica, ma il burocrate dell’interismo da caserma che come un vigile con paletta in mano vi ferma e vi intima di favorire libretto e documenti, ma poi magari scopri che la divisa l’ha presa al carnevale di Putignano e non è un vigile, ma il matto del villaggio.

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