Il bello del numero 9

Certe storie non muoiono mai

Ci scrive il nostro lettore Gioachino, la sua è una appassionata perorazione della causa del numero nove, e voi, dite la vostra al francesco@calciointer.net

Si può parlare quanto si vuole di gioco corale, ancor più in tempi di neocollettivismo e neoorganicismo, persino in paesi dove la libertà individuale è sempre stata un principio sacro e ora viene messa in dubbio dai gruppettari, e bella forza, il calcio è un gioco di squadra, ma alla fine ci vuole sempre un numero 9 che te la butta dentro. Dopo aver praticamente eliminato i numeri sette (riducendoli a terzini) e i numeri dieci (riucendoli a 8,5), gli allenatori contemporanei ora hanno provato ad abolire anche il nove, tramutandolo in falso nueve, ma questo non si cuce ad uno come Dzeko, che decide di essere tutto, 8,5, falso nueve anche certo, ma sempre e comunque nove, nove e mezzo, uomo ovunque, se vogliamo è in pratica la reincarnazione del nove che gioca nella zona del dieci ma poi si riprende il 9, sotto altre sembianze o del tuttocentravantista.

No cari amici, hanno massacrato i dieci e i sette, guai all’uomo solo al comando, ma i nove, da Lukaku, a Ibrahimovic, a Cr7, a Icardi, a Haland, a Mbappe sono sempre lì, a farci sognare e a fare la differenza, con buona pace degli Spalletti, dei Mazzarri, dei Sarri e di tutti i figli talebani di Sacchi.

Un saluto a tutta la vostra redazione, vi leggo sempre e spero pubblicherete questa mia mail

Gioacchino Cremonaro