Una serata al ristorante l’Orologio di Milano

Pazza Inter

Brothers universally united

Cari amici, immaginate di rimanere digiuni per tre settimane, indi vi recate al vostro ristorante preferito, l’Orologio nella vecchia Brera di Milàn, e vi servono un brodino tiepido e senza sale. Eppure il cuoco non accetta critiche, dice che gli mettono pressione addosso, in realtà i critici culinari sono tutti amici suoi, ma se lavori nel miglior ristorante di Milano e non reggi le pressioni forse devi cambiare mestiere. Dall’Argentina gli è arrivato un filetto pregiato, ma lui si rifiuta di cucinarlo e preferisce carne scaduta indonesiana. E’ un tipo particolare.

Stasera c’è solo una comitiva di bambini nel ristorante, ma ad un certo chiedono ai genitori di andare a mangiare alla trattoria emiliana di fronte, che fa piatti più caserecci, ma più buoni. Alcuni clienti abituali non ci sono, ma meglio così, sono rissosi e maleducati, altri spiace non vederli, ma ci saranno alla prossima. C’è però come sempre il critico culinario Gian Sambuca Rosso Tavernello, grande amico del cuoco e che alle otto è già sbronzo e sta già pontificando millantando conoscenze e insultando gli altri clienti. E’ un personaggio patetico, folkloristico e la gente lo lascia fare, ormai fa tapezzeria.

Poi arriva Fabrizio Biasimante, altro critico culinario di dubbia origine, sostiene che la carne di mucca vecchia argentina sia buonissima e che lui la mangia tutti i giorni, ma non sembra stare benissimo.

Fortunatamente il dessert sloveno e slovacco è sempre di buona qualità e salva la serata, il menu è come sempre internazionale, il clima è aperto e fraterno, i vecchi proprietari hanno lasciato ai nuovi ma sono sempre presenti e prodighi di consigli, dovrebbero arrivare carichi di involtini e ravioli dalla Cina per una svolta dall’estate prossima. Sperem.

Per il momento la serata finisce qui, fuori c’è una bella nebbia e magari una bella cotoletta alla milanese la si riesce a rimediare.