Spalletti freme: “Giocate tante partite con gli stessi calciatori”

Le parole di Spalletti sul calciomercato, il messaggio mediatico di Spalletti, il gioco di Spalletti

Spalletti apre le danze e inizia a fremere come un anno fa, vuole ben più di uno o due rinforzi e lo fa capire tra le pieghe della sua comunicazione flessibile

Spalletti sguardo furbo
Luciano Spalletti

Chelsea-Inter nella terra di mezzo di questa estate nerazzurra. Si gioca tre settimane dopo l’inizio della preparazione e pure a tre settimane esatte dall’inizio del campionato. Insomma, è presto per i giudizi, ma è tardi per le banalità balneari e le frasi superate del tipo “queste partite non contano nulla” o “i giocatori erano stanchi per i carichi di lavoro”, oppure un must, “gli altri erano più avanti nella preparazione”.

Sarà per questo, per il fatto che ci troviamo a metà strada nel viaggio del precampionato, che Spalletti ora comincia a rilasciare già affermazioni di un certo calibro, “i giocatori sono stanchi”, esordisce davanti a Sky, e si potrebbe pensare alle solite frasi, e invece sono stanchi perchè: “abbiamo giocato tante partite con gli stessi. Ci mancano i nazionali.”  E poi, “se si va a vedere le squadre che arrivano in testa al campionato hanno due formazioni. Poi ci sono gli infortuni.”

Il sorriso ironico-compassionevole di Spalletti

Spalletti inizia a fremere, inutile negarlo, vuole un cambio per ogni ruolo, più qualcosa in più per cautelarsi in caso di infortuni. Diciamo una rosa da 25-26 giocatori, forse qualcosa in più. Ma vuole anche più qualità, perchè: “Abbiamo sofferto la loro superiorità tecnica e qualità nel far viaggiare la palla”, parlando della partita di ieri sera con il Chelsea, prossimo avversario di Champions. Quindi serve gente da champions, che sappia far viaggiare la palla a centrocampo per competere nella massima competizione per club. Tecnica, qualità, velocità.

Spalletti non nasconde una certa preoccupazione dovuta al fatto che “nel calcio di oggi le trattative possono saltare all’ultimo minuto”. Non dà per fatto Vrsaljko, l’invito è cautelarsi con un obbiettivo di riserva.

Il tecnico parla anche di un attaccante di scorta, da aggiungere alla lista del terzino (ma forse si dovrebbe parlare di due terzini se Asamoah verrà trasferito in mezzo al campo) e del centrocampista centrale. ma se si giocherà a tre dietro è chiaro che manca anche un difensore centrale di riserva.

Dirigenti allertati

La comunicazione di Spalletti è sempre molto curata, rivediamo la frase sopracitata, “abbiamo giocato tante partite con gli stessi. Ci mancano i nazionali.”  E poi, “se si va a vedere le squadre che arrivano in testa al campionato hanno due formazioni. Poi ci sono gli infortuni.” In pratica Spalletti fornisce la possibilità di dare un’interpretazione ufficiale alle sue parole, dicendo “ci mancano i nazionali”, ma poi con la frase che segue fa capire a chi ha orecchie per intendere il significato ufficioso, che è la richiesta pressante di ben più di uno o due rinforzi. Se la stampa dirà che Spalletti sta ricominciando a polemizzare con la società lui dirà che è solo “prostituzione intellettuale”, intanto il sasso lo ha tirato e chi è intelligente capisce, mentre il tifoso militonto potrà eccitarsi con la guerra ai media.

Che dire di queste parole, in generale non sono tanto distanti da quanto sosteniamo noi (Leggi la nostra analisi della rosa attuale), se non fosse che in particolare l’istrionico di Certaldo non si limita a rimarcare le carenze principalmente numeriche della rosa, ma torna alla carica sul concetto di “qualità”, anche questo poi divertendosi a fornire diverse e soggettive interpretazioni e significati della parola, a seconda del pubblico. Inoltre noi avremmo fatto di tutto per tenere due elementi di qualità come Rafinha e Cancelo, mentre Spalletti non sembra essersi stracciato le vesti per la loro partenza.

Questione non solo di forma, ma anche sostanziale è che un conto è parlare da giornalisti, opinionisti e tifosi, un conto è se a farlo è l’allenatore. Invece sembra che il mondo si sia rovesciato, per taluni infatti i giornalisti, i tifosi e gli opinionisti dovrebbero parlare da dipendenti del club, mentre l’allenatore è normale che parli da opinion leader e capopopolo. Eh no.