Perchè a mio modo di vedere è giusto giocare dopo Genova

La tragedia di Genova ha toccato tutti gli italiani. La Lega Calcio ha comunque deciso di far giocare la Serie A. Si fermeranno solo Genoa e Sampdoria e relative avversarie. Questo ha suscitato delle prevedibili polemiche, impazza sui social la retorica contro lo show must go on e della demonizzazione del profitto

Trogloditi espongono una bandiera No Gronda

Eppure, forse, bisognerebbe domandarsi cos’è il calcio, se è una cosa importante o se non deve essere un gioco, un diversivo, uno scaccia pensieri. Fermarlo ogni volta che succede qualcosa di grave non è forse un modo per dare un’eccessiva importanza al calcio? E allora, perchè non dare due ore di svago ai cittadini di fronte ad un mondo di problemi, perchè non distrarre la mente di fronte alle tragedie del mondo? Le pagine degli ultrà impazzano di indignazione per la decisione di giocare comunque, quanta retorica da parte di chi demonizza il business e poi ha fatto del merchandising il proprio metodo di finanziamento, esentasse s’intende.

Ma voglio andare oltre, perchè non permettere ai tifosi della Fiorentina che avrebbero dovuto recarsi a Genova per Sampdoria-Fiorentina di dare un omaggio concreto alla città di Genova, di deporre un mazzo di fiori sul luogo delle vittime, perchè non permettere ai tifosi del Milan di rendere omaggio alle vittime ospitando a San Siro i tifosi del Genoa in un momento di riunione collettiva che superi anche le acerrime rivalità? Due tifoserìe come Milan e Genoa, divise da una asprissima rivalità, avrebbero potuto stemperare gli animi e unirsi di fronte a cose più importanti.

Quanta ipocrisia nel voler fermare il calcio da parte di un paese che vota chi si opponeva alla Gronda, che avrebbe evitato il massacro, che acclama chi si oppone alle grandi opere sacrosante come la Tav, la retorica moralistica delle curve contro il calcio moderno è lo specchio di un paese medioevale che si scandalizza se un grande campione guadagna tanti milioni, di un paese retrogrado che pensa che le infrastrutture siano sprechi e solo occasione di corruzione e poi dà la colpa all’Europa e alle multinazionali se un ponte crolla.

Allora, ben venga che il calcio non si fermi e non si sottometta al volgare teatrino populista.