La lezione di Miranda

Doveva essere la partita di Icardi e Higuain, ma è stata quella di Miranda e Chiellini. I due vecchi stopper hanno rispolverato tutti gli attrezzi del mestiere, sempre validi, del difensore, dando una lezione a tutti e annullando i due centravanti. Nei primi venti minuti c’è stato un pressing martellante da tutte e due le parti, le squadre hanno dimostrato un buon tasso tecnico riuscendo comunque a palleggiare, ma senza riuscire poi a sfondare sulle fasce. Tutte e due gli allenatori, infatti, hanno preparato un pressing alto in mezzo al campo tra i rispettivi interni e al contrario un ripiego difensivo delle ali che andavano a fare i terzini. Solo quando Perisic veniva sorpreso a pressare stretto e alto, Pjanic poteva cambiare gioco su Cuadrado con Santon lasciato solo, così si creavano quasi tutte le situazioni di pericolo per l’Inter. Il terzino nerazzurro è stato molto criticato, ma in realtà ha concesso solo qualche cross all’ala bianconera, mentre in generale Perisic ha fatto una partita di grande sacrificio, non riuscendo ad essere brillante poi nelle poche situazioni d’attacco. Dall’altra parte Mandzukic ha praticamente marcato Candreva, a conferma dell’enorme rispetto che c’era tra le due squadre. Si potrebbe dire che in campo si sono visti gli aspetti più esasperati sia del calcio classico all’italiana che del calcio moderno sacchiano, pressing ossessivo, ma anche primo non prenderle, il risultato è stata una partita difficile, con una fase difensiva di alto livello, ma con pochi spunti verticali e di gioco, ma anche con pochi spunti tattici, perchè lo spartito è praticamente sempre stato lo stesso: solo nel finale Allegri ha inserito Dybala cambiando modulo, mentre Spalletti ha avanzato Borja Valero, ma il gioco è rimasto monotematico.