Il pagellone dello scudetto 2021

Le pagelle stagionali 2021

Handanovic Nei bui anni indonesiani, insieme a Palacio, ha tenuto in piedi la baracca, eroe gentile come Achille, ha i suoi talloni, il tiro velenoso dalla distanza, l’uscita nell’area piccola, qualche volta lo abbiamo criticato anche noi, ma quante critiche ingiuste ha subìto. Portiere col radar, senza scenografie, il compianto Sarti lo paragonò a sè stesso per la sua razionalità, quei tiri dove non si tuffava nemmeno perchè tanto erano imparabili gli sono costati tante critiche ingiuste. Capitano senza volerlo e senza entrare nelle faide, portiere, solo, senza branco.

Skriniar Gran colpo di mercato come spesso capita all’Inter dalla cantera sampdoriana, però il passaggio alla difesa a tre sembrava il culmine del suo epilogo, si è invece reinventato, da ruvido difensore d’anticipo, a impostatore mez’ala bassa e temporeggiatore in fase di rinculo, determinante nei calci piazzati, tecnica meno banale di quello che poteva sembrare.

De Vrij Costanza, continuità, a fari spenti aspetta lo sbruffone attaccante avversario e poi lo punisce rimandandolo ai margini del fossato, guardandolo maestoso dal ponte levatoio.

Bastoni Sembra nato per giocare per Conte come semicentrale sinistro, gioca delicato, ma poi diventa un piccolo Samuel quando c’è da fare muro in area di rigore.

Hakimi Ci punì quando giocava nel Borussia Dortmund, la sua velocità è di un’altra categoria nel calcio italiano, il gol con tutti e i due piedi da seconda punta, il dribbling, il cross all’altro quinto, gli manca solo il cross classico e qualche rimembranza difensiva.

Barella Un uomo nato mezz’ala, un po’ Conte, un po’ Nicola Berti, tanto Barella, quasi fin troppo polpa per la squadra, c’è tanta individualità ancora da esprimere.

Brozovic Basta con l’incostanza, con l’indolenza, è l’anno, è stato, della maturità, in coppia con Eriksen ha trovato la sua rotondità nel quadro di centrocampo.

Eriksen Un anno ai margini, poi il suo innesto ha cambiato tutto, entrato lui titolare l’Inter le ha vinte tutte, il grande patto con Conte, non più mezza punta, ma nemmeno Pirlo, un trequartista arretrato, che prende per mano Brozovic, lega con esterni ed attaccanti, batte i calci piazzati. Da non vendere. Mai.

Darmian Arrivato sotto un cono d’ombra fattosi luce con gol decisivi, diagonali rassicuranti, presenze in ogni cuore del gioco, basta con la storia dell’usato sicuro, questo giocava nel Manchester United.

Lautaro Tuttattaccante, cecchino determinante, gol decisivi, trequartismo d’autore, ripieghi difensivi sul mediano avversario, sponde e profondità, individualità e uomo reparto. Il suo gioco talvolta può apparire tamarro con la catena d’oro, ma l’oro è l’oro, questa è classe.

Lukaku Diamante grezzo lavorato dal suo allenatore che tanto lo ha voluto, non solo un Martins più alto faccia alla porta, ma trasformato in Shaquille O’Neal pivot spalle a canestro, straripatore, spondatore, catalizzatore, capocanoniere, ma anche assistman.

Padelli Figura rassicurante all’ombra di Handanovic.

Radu Uomo del Club, cresce all’ombra dei campioni.

Stankovic Figlio del grande Dejan, con l’augurio di costruire la sua strada.

Ranocchia Sempre pronto all’occorrenza, sempre presente quando chiamato in causa, lontani i tempi in cui altri allenatori gli facevano fare figuracce facendolo giocare laterale destro nella difesa a tre, da viceDeVrij ha dato il meglio. Bandiera.

D’ambrosio Jolly eclettico sempre affidabile, guai fisici lo mettono in ombra quest’anno, ma non dimentichiamoci di lui.

Kolarov Ci si aspettava molto, alla fine da jolly potenziale non ha trovato nessuna specifica collocazione. Peccato.

Young A volte la strada è parsa in salita, ma il suo contributo non è mancato.

Gagliardini Perfetto rincalzo, dove la sottolineatura va su perfetto, senza pecche e senza stecche, chi lo aspettava al varco quest’anno è rimasto deluso.

Vecino I problemi fisici hanno reso marginale la stagione di un giocatore perfetto per il gioco di Conte, ma chissà l’anno prossimo.

Sensi Anche lui tanti problemi fisici, ma la qualità non si discute, un talento da non disperdere e a cui trovare una collocazione.

Vidal Il gol alla Juve il lampo in una stagione anonima.

Sanchez Una stagione iniziata con alti e bassi, ma alla fine da ibrido e fragile è diventato eclettico e utile.

Perisic Un trittico di buone partite nella fase centrale della stagione sono bastate a dare fiato alle fanfare mediatiche a suo favore. In realtà l’ennesima stagione mediocre di un mezzo giocatorino.

Pinamonti Peccato, l’unico giocatore che non ha trovato spazio. Questo non è un paese per giovani, ma Conte ha assicurato che è migliorato molto.

Conte Ha fatto crescere individualmente un nutrito gruppo di giocatori, da Skriniar a Bastoni, da Barella a Brozovic, per non parlare di Lukaku, letteralmente esploso con lui, ha reso affidabili Gaglia e Ranocchia, per lui l’individuo deve crescere nel gruppo, ma forse il suo lato migliore è stato che si è interistizzato un po’ anche lui, non ha voluto esprimere sempre lo stesso modo di gioco, si è adattato, è diventato più creativo ed eclettico, le individualità sono emerse. Pazzo Conte, amalo.

Marotta Che dire, il più grande dirigente italiano, il vero grande acquisto, gestione mediatica perfetta, lavoro certosino, ogni punto al suo punto.

Suning Simpatìa per Steven, che forse si è davvero affezionato al Biscione, ma Jindong Zhang, il problema non è che non parla mai e non è mai venuto a Milano, il problema è quando ha parlato facendo danni più della grandine. Auguri per la sua carriera politica nel partito comunista cinese.