Palacio non basta, il punto tattico

Nei primi minuti 28 minuti l’Inter non è mai uscita dalla propria metà campo, compresi i primi sei terribili minuti in undici contro undici quando il Torino ha imperversato sulla sinistra. L’espulsione di Handanovic non basta a spiegare un simile atteggiamento. Fin dall’inizio la squadra di Mazzarri è stata schiacciata subendo sempre gli stessi schemi. Moretti era sempre libero d’impostare perchè Kovacic e Palacio si occupavano di Gazzi, Guarin si abbassava a seguire Farnerud (per poi perderlo quando questi s’inseriva).

Così il difensore granata poteva avanzare, senza che nessuno salisse a contrastarlo, potendo allargare per Pasquale (chiuso male da Jonathan), il quale serviva l’inserimento di Farnerud, che poi andava al cross, come nell’azione del rigore. Oppure era lo stesso Pasquale a cercare rasoterra gli attaccanti in diagonale. Ma la libertà di cui godeva Moretti gli permetteva di avanzare e andare a servire in verticale direttamente gli attaccanti, come nell’azione del primo gol, quando Cerci veniva incontro per fare da sponda al solito inserimento di Farnerud, perso da Guarin. Mazzarri ha impostato su quella fascia delle marcature a uomo (Guarin-Farnerud, Jonathan-Pasquale), tenendo i tre difensori centrali in area a cercare di curare i due attaccanti, mentre Cambiasso rimaneva a fare il palo nella terra di mezzo, non salendo a pressare Moretti, non scalando in area a difendere sui cross, ne’ uscendo in fascia ad aiutare i due compagni in difficoltà.

Anzichè farsi schiacciare Guarin avrebbe dovuto rimanere alto a pressare Moretti lasciando a Rolando o a Cambiasso il compito di seguire gli inserimenti di Farnerud. Verso la mezz’ora Mazzarri è infatti corso ai ripari facendo salire Guarin (sconfessando la sua scelta di far uscire Kovacic) e spostando Cambiasso sul centrodestra a occuparsi di Farnerud. In questo modo l’Inter si è fatta schiacciare meno e ha cominciato a farsi vedere in avanti, anche se Cambiasso in un paio di circostanze ritardava la ripartenza non servendo Guarin.

Nel secondo tempo Ventura ha provato a vincere la partita togliendo un centrocampista (Farnerud) e inserendo un attaccante (Immobile), per un 3-4-3 con Cerci ala destra, Immobile seconda punta a ridosso dell’area e Barreto punta centrale. Mazzarri ha risposto togliendo Taider e inserendo Belfodil, il quale andava in ripiego su Moretti, Palacio sul centrosinistra schermava l’impostazione di Darmian e Guarin in mezzo quella di Gazzi. Dietro erano marcature a uomo fisso con Rolando che usciva su Immobile, Ranocchia stava in area su Barreto e Jesus si allargava su Cerci, dopo che Nagatomo era impazzito nei primi minuti nel tentativo di fermarlo. Il gol di Immobile arrivava proprio da un’azione di Cerci, poi l’Inter godeva di un’altra uscita a vuoto di Padelli (2-2) e costruiva una grande ripartenza con Ranocchia che recuperava palla, Palacio che gestiva splendidamente a metà campo, Belfodil andava via a Pasquale e trovava Palacio in area per il 2-3. A questo punto l’Inter è sembrata controllare schierando un 4-4-1 con linea difensiva Jonathan-Rolando-Ranocchia-Jesus, seconda linea Wallace (entrato al posto di Palacio)-Guarin-Cambiasso-Nagatomo e Belfodil unica punta. Ma Cambiasso scalava sulla linea dei difensori e Wallace e Nagatomo fungevano da terzini aggiunti. Ventura Mandava in campo Meggiorini (al posto di Barreto) sul centrosinistra, Immobile al centroattacco e Cerci a destra, poi la mossa quarta punta con Bellomo, il rozzo fallo di Wallace e la punizione proprio di Bellomo al 90′ chiudeva in parità la partita.

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