Il grido di dolore degli interisti

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Al termine di Inter-Bologna, Eder ha dichiarato che in fondo si era sbagliato solo le partite con Spal e Crotone e ci stava pareggiare con Roma, Fiorentina e Lazio. La sconfitta con il Genoa ha chiarito che non si può minimizzare sempre e una squadra come l’Inter, se ne vince una in undici partite, è inequivocabilmente in crisi.

I tifosi interisti sono allibiti dal silenzio, dal muro di gomma, dall’inerzia che Suning oppone ad un grido di dolore che ormai anche i più aziendalisti e insensibili opinionisti nerazzurri non possono far finta di ignorare o peggio ancora irridere.

Il governo cinese, a cui Suning è legata a filo doppio, ha chiarito che gli investimenti esteri nelle società sportive dovranno essere limitati al massimo anche nel 2018. Il miscuglio di nazionalismo e comunismo del regime orientale comporta un atteggiamento che è tutto fuorchè da “fratelli del mondo”, con buona pace degli slogan e della demagogìa.

Una cordata di imprenditori lombardi potrebbe nei prossimi mesi rilevare le quote del fossilizzato Thohir, si spera con in testa Massimo Moratti. Per competere nel calcio moderno servono sinergìe e già nel 2013 Ernesto Pellegrini lanciò un appello caduto nel vuoto. Che sia la volta buona? Noi come tifosi pronti anche all’azionariato popolare.

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L’Inter è attraversata da una serie di conflitti interni, i tifosi non devono farsi trascinare in queste battaglie di corrente, ma richiamare tutti al rispetto della storia e al raggiungimento degli obbiettivi. Spalletti spara bordate contro tutto e tutti, la società non gradisce, basta vedere come le sue polemiche contro i giornalisti e i dirigenti non vengano riportate dal sito ufficiale dopo ogni conferenza.

La tendenza attuale è dire che la rosa è mediocre, si usano anche le parole di De Boer, che ha ricordato la non volontà dei giocatori di seguire i suoi esercizi tattici (cosa diversa dalla tecnica individuale) come prova e controprova. Nessun alibi per i giocatori, ma nemmeno per tutti gli altri, a cominciare dall’allenatore.

Sabato sera a San Siro tutti sono chiamati al rispetto della storia e della maglia, mentre i tifosi preparano la contestazione in caso di ennesimo risultato negativo.

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