Il Friuli di Udine, dalla terra battuta ai seggiolini multicolorati

La storia del Friuli di Udine, lo stadio dell’Udinese dove l’Inter giocherà domani mattina, è una storia di profonde trasformazioni lunghe più di 40 anni. Ci sono due date, due inaugurazioni, la prima nel 1976 e la seconda nel 2016 con lo stadio quasi completamente rifatto e ridenominato Dacia Arena, anche se il comune, proprietario ultimo della struttura, comunque data in concessione all’Udinese Calcio per 99 anni, non riconosce il nuovo nome e continua a chiamarlo Friuli.

Del primo Friuli è rimasta solo la tribuna centrale. Una tribunona a forma di ferro di cavallo con i sedili a schienale alto e neri. E dire che all’inizio c’era praticamente solo quella. Le altre tribune, da principio, erano infatti nient’altro che delle collinette di terra battuta dove i tifosi si assiepavano numerosi fino ad una capienza totale di 50000 spettatori.

D’altronde l’Udinese non aveva una grande storia alle spalle e a parte una parentesi negli anni ’50 con uno scudetto sfiorato, ma macchiata dall’illecito sportivo, dal 1960 vivacchiava nelle serie minori. Solo nel 1980 i bianconeri, seppur una società tra le più antiche fondata nel 1896 (ma la sezione calcistica nasce solo nel 1911), ritornano in serie A, vengono allora costruite delle curve e dei distinti veri e propri e l’entusiasmo è alle stelle per l’approdo in Friuli della stella brasiliana Zico.

Tutto sommato gli anni migliori dovevano ancora venire, con la squadra che da allora è rimasta quasi sempre in serie A e dagli anni ’90 ha iniziato ad ottenere alcuni piazzamenti d’onore importanti, partecipando anche alla Champions League. Negli ultimi tre anni invece, proprio dopo il rifacimento dello stadio, il team della famiglia Pozzo ha iniziato a vivere stagioni travagliate e si trova attualmente in piena lotta per non retrocedere a tre giornate dal termine del campionato. Il pubblico però in queste stagioni è incrementato, grazie chiaramente allo stadio ricostruito e non ai risultati sportivi, anche se la massima capienza, attualmente di 25000 spettatori, non viene quasi mai riempita del tutto.

E torniamo proprio allo stadio, ricostruito dal 2013 e reinaugurato nel gennaio 2016. Come detto, rimasta la tribuna, è stata abolita la pista d’atletica, avvicinato il terreno di gioco alla tribuna e totalmente ricostruite le curve e i distinti, più bassi e rettangolari della tribuna, con una forma più ordinata e uniti tra curve e distinti, creando un curioso mix invece con la vecchia tribuna, anche perchè gli spalti nuovi sono invece dotati di seggiolini multicolorati. Il Friuli, da cattedrale nel deserto antiestetico, è ora uno gioiellino, un tipico stadio moderno con una visuale, dicono perfetta.

Ovviamente tanti punti di ristoro, anche se un solo ristorante, ma da 280 posti, il progetto però è di rendere il Friuli sempre più vivibile sette giorni su sette dalla cittadinanza con palestre, birrerie, asili, ma persino una discoteca.

Per chi si recherà domani alla Dacia Arena da Milano per il match dell’Inter, l’autostrada da prendere è l’A4, con uscita a Udine Stadio Friuli dopo 377 km di autostrada imboccando Viale Agostino e Angeli Candolini per appena 700 metri fino a destinazione, con un tempo complessivo di percorrenza tra le tre ore e mezza e le quattro ore. Buona partita.