Un interista guarito dal corona Virus ci manda il suo messaggio

Interisti lottatori e combattenti

Chi segue il nostro sito da un po’, sa chi è Alfonso, vecchio interista che ci ha scritto tante mail. Da un annetto non avevamo più notizie e non neghiamo che la preoccupazione era tanta, invece eccolo qui, indistruttibile, vecchio guerriero interista ci scrive la sua esperienza vinta contro il male di questo tempo, leggiamola:

Cari amici di calciointer, è il vostro vecchio amico interista Alfonso che vi scrive, intanto per dirvi che sì, sono ancora vivo. All’età di 90 anni ho dovuto affrontare il covid 19, ebbene sì, questo maledetto corona virus, che una mia giovane amica biologa mi ha fatto notare chiamarsi, 19, cioè 2019, la sua vera età di nascita. Eh già, vecchi leoni interisti, questo virus circolava già dal 2019, forse già diffuso alle olimpiadi militari di Wuhan quando molti nostri soldati si ammalarono, mentre i nostri governanti ci bacchettavano contro il razzismo che noi poveri italiani avremmo contro i cinesi. Io personalmente non ho niente contro i cinesi, che hanno anche comprato la nostra vecchia Inter, e gli auguro le migliori fortune per loro e di conseguenza per noi tifosi, ma quando non riuscivo più a respirare e i miei polmoni si riempivano guardavo solo gli occhi delle infermiere e dei medici che mi guardavano e speravo in loro, non ad odiare i cinesi, e alla fine loro mi hanno guarito, i medici italiani, qualcuno di loro è morto al posto mio, io sono sopravvissuto e ora vorrei che la loro memoria venisse ricordata.

Allora non c’è niente di male a ricercare le responsabilità, che non vengono dal polo nord ne’ dall’America, ma da un regime totalitario. Io ho vissuto la seconda guerra mondiale da ragazzino e un certo Churchill ebbe modo di dire a chi cercava l’appeasement con Hitler: “Hai avuto una scelta fra la guerra e il disonore. Hai scelto il disonore e hai avuto la guerra».

Ebbene sì, la storia ci insegna che se si vuole evitare la guerra bisogna evitare il pacifismo buonista e farsi rispettare. Orgogliosi di essere occidentali, lombardi, italiani e milanesi, non dimentichiamo che Internazionale Milano non vuole dire globalismo senza radici ma radici locali aperte al mondo, ma radicate nel proprio territorio e che interismo vuol dire indipendenza e libertà dalle imposizioni.

Non molliamo mai e continuate così con le vostre cronache argute, sempre interisti e sempre con il nerazzurro e Milano nel cuore.

Un caro saluto a tutti voi anche dalla mia badante ucraina, sempre al mio fianco, non so cosa farei senza di lei dopo che la mia cara moglie morì.

Alfonso, interista dal 1936.