Wenger grave attacco all’Inter, ma l’immagine della società è compromessa

Lukas Podolski talks to Arsène WengerLa trattativa con Podolski si è temporaneamente arenata per una differenza di 300 mila euro – richiesta 2 milioni, proposta 1,7 -….Assurdo.
Sappiamo che spesso le trattative tra Società possono poi concludersi dopo vari batti e ribatti, ma nel frattempo l’allenatore dell’Arsenal, Wenger, ha rilasciato un’intervista piuttosto dura nei confronti dell’Inter. Prima ha affermato che l’interesse dell’Inter per Podolski è  “una barzelletta” poi aggiungendo che “è uno scherzo”. Wenger si sarà scocciato del tiramolla dell’inviato dell’Inter. E’ evidente il suo modo sgarbato, sgradevole, fastidioso che ricorda una certa boria tipicamente francese. Ma poi ci è capitato di sentire la sua intervista e ci siamo accorti che quanto da lui detto è molto più offensivo. I giornali italiani sembrano aver deciso di attenuare il senso delle sue frasi. Wenger ha detto infatti che l’interesse dell’Inter “it’s a joke”, ma in inglese è qualcosa ben di più di scherzo, vuol dire anche raggiro, presa in giro, presa per i fondelli. Ma c’è una frase che Wenger ha detto e che i giornali hanno “dimenticato”, censurato (solo Telelombardia l’ha riportata): 
“Inter is not serious” – L’Inter non è seria.
Una frase decisamente grave, forse da denuncia alla Federazione Internazionale, perché chiama in causa la stessa immagine della Società Inter ogni volta che prenderà contatti con altre Società per trattare un giocatore.
Lasciamo stare allora Wenger, chiaramente da censurare, ma quello che emerge è una immagine dell’Inter che la Società e gli interisti non hanno mai provato e che immaginiamo stia circolando e cioè quella di una Società che va a trattare senza soldi, non credibile, non affidabile. Quindi una società che non è più tra le grandi d’Europa e del mondo come la sua storia ha dimostrato. Vergogna è allora il sentimento che può provare il tifoso interista e poi rabbia. Va bene tutto, il Fair Play Finanziario, l’anno di transizione, ammesso che sia vero, ma inaccettabile è una simile caduta in basso della propria squadra. Tra poco ricominceranno a dare la colpa alla dissennata gestione di Moratti? nel frattempo Mancini starà fino a Giugno, incassa 4,5 milioni e poi se ne va inorridito? E’ “strategico” pagare profumatamente Mancini perché il costo è inferiore rispetto a comprare validi giocatori? Perché sono stati assunti direttori marketing, finanza, comunicazione se poi non fai una squadra che attiri il pubblico mondiale? Chi vorrà vedere l’Inter nel mondo?
Cari interisti, Wenger è uno sguaiato e borioso, ma ha messo come si dice il dito su una piaga. Speriamo che la nuova Società Inter ci smentisca coi fatti a breve, ma l’immagine dell’Inter che circola è comunque offuscata.
Non vogliamo provare vergogna, ridateci la nostra dignità.

 

6 commenti su “Wenger grave attacco all’Inter, ma l’immagine della società è compromessa

  1. Non mi meraviglia. In fondo, a prescindere dallo stile francofono di Wenger, questo episodio conferma tutte le domande che ci siamo fatti in questi ultimi giorni e i sacrosanti dubbi della compagine Thohir. Questo signore sapeva di rilevare una società con i debiti, come sapeva che l’Inter è un marchio mondiale da cui ricavarne grande pubblicità. Infatti prima non lo conosceva nessuno, almeno in Europa…il resto non so. A questo punto, non vorrei che il fastidio dimostrato da Moratti non fosse altro dovuto a degli esiti che non erano quelli pattuiti per migliorare la situazione dell’Inter. Di tutto si puo’ criticare Moratti ma non certamente di non amare l’Inter dove ci ha rimesso più di un miliardo e mezzo. E mi chiedo cosa sia avvenuto con Mancini, cioè cosa avrebbe garantito al tecnico per fargli accettare l’incarico. Oppure l’operazione l’ha fatta Moratti? E se fosse,in che termini? Quando una società come l’Inter cerca di elemosinare su 300mila euro rischando di perdere un calciatore che ritengono importante…ci sono tutti crismi per una deriva da “perecottari” come si dice dalle mie parti!

    1. Sì, poi questa cosa di Mancini che se ne andrebbe via a giugno con la prospettiva di un nuovo periodo di ricostruzione e l’ennesimo “anno zero” sul groppone di quei quattro scalzacani che abbiamo in rosa, che cominciano ad essere veramente sempre gli stessi da quattro anni – se è vera, sarebbe un ulteriore riprova di pochezza ideologica, da non accettarsi tanto alla leggera come mi pare serpeggi tra le righe di noi tifosi.

      1. Innanzi tutto Buon Anno a tutti! Condivido in pieno sulla “pochezza ideologica”. Bisogna avere idee chiare e compattezza tra noi per un eventuale pressing su Thohir e compagni. Cosa non facile da realizzare considerando le varie linee ideologiche e interessi diversi che esprimono i vari siti. Il calcio è fatto di programmazioni ma anche di intuizioni, di piccoli accorgimenti che possono modificare radicalmente l’efficacia tecnica di una squadra. Se si crede in Mancini come ritengo sia giusto, va accontentato subito con un acquisto valido per avere possibilità di lottare per un possibile successo fino in fondo. Per dirla in politichese, non si possono avere posti di lavoro se non si investe. A giugno tante cose possono cambiare con gli stessi giocatori cui si fa affidamento…e ci si ritroverebbe nuovamente punto e a capo. Un esempio: Il Palacio di oggi non è più lo stesso dell’anno scorso. Percui bisogna imparare l’arte del tempismo che, da qualche anno a questa parte, è una dote che scarseggia nella dirigenza dell’Inter. Con Thohir pensavo si innestasse un cambio di marcia…Per ora attendiamo.

  2. E’ un’esternazione che viene da lontano.
    Wenger se l’era segnata anni fa, quando l’Inter spendeva e spandeva e c’era chi faceva – a sentire lui – letteralmente la fame sul mercato estero, magari aspettando che il proprio club rientrasse dei fondi spesi per costruire l’Emirates Stadium (ma intanto già dal nome si vedeva che erano disposti a pagare dazio molto volentieri nei confronti degli investitori esteri).
    Amareggiato dalla temporanea impotenza finanziaria, Wenger si scagliò contro quei club che facevano lievitare a dismisura gli stipendi dei giocatori e, naturalmente, non dimenticò di indicare l’Inter come esempio negativo da stigmatizzare in maniera particolarmente lampante, collocandola astiosamente agli esatti antipodi di qualunque atteggiamento virtuoso si potesse tenere in ambito sportivo.
    Ora, non importa in questo contesto evidenziare quanto l’allenatore francese avesse ragione, e quanto il suo schierarsi dalla parte dell’etica costituisse lo sfogo opportunistico di uno sportivo frustrato. Quanto da un lato fosse lungimirante, e quanto – dall’altro – gratuito e di cattivo gusto potesse risultare all’epoca l’aver assunto una posizione dialettica tanto forte e risoluta verso una società che in fondo solo pochi anni prima gli aveva regalato Kanu e Bergkamp.
    L’aveva coccolata troppo questa occasione, per lasciarsela sfuggire.
    Io, che non sono certo più vecchio di Ausilio e non lavoro – come dice lui – all’Inter da 17 anni, questa cosa me la ricordavo. E mi ricordavo di tutto il fiele sparso da Wenger sull’Inter di Moratti. Quindici anni dopo, gli siamo andati a domandare l’elemosina per un giocatore scontento, che ultimamente ha giocato poco e che nel migliore dei casi impiegherà un paio di mesi a entrare in forma, e che sarebbe quindi in grado di mettere a nostra disposizione le sue mirabolanti prestazioni per – diciamo – un mese un mese e mezzo. Parlando di orgoglio – che è un po’ l’unica cosa che ci rimane – ne valeva la pena, dargli questa soddisfazione?

  3. Gira e rigira torniamo sempre allo stesso punto… anche se ti danno in mano pochi soldi da spendere devi essere capace a spenderli bene e sopratutto non fare le figure barbine che stiamo facendo in questi giorni!
    Non ho nulla contro Ausilio ma è palesemente inadeguato al ruolo!
    Vogliamo parlare dei 20 milioni spesi per quella sola di Hernanes? O l’obbligo di riscatto per quella mezza pippa di Dodò? O dei soldi spesi per il neo retrocesso Medel??
    Serve un direttore sportivo con il pelo sullo stomaco che sappia navigare nelle torbide acque del calciomercato.
    Ausilio è troppo buono… e dopo gli altri se ne approfittano!

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