Voci e verità di un calciomercato che è finito

Sabatini al Perugia nel 1977-78.

Cari amici, è finita, è andata anche questa. Stiamo parlando del calciomercato, e che calciomercato. Beh no, non è stato un grande mercato, la delusione attraversa le case e le connessioni di ogni interista. A parte quelli che per filosofia di vita si accontentano di quello che passa il convento, qualunque tifoso dotato di cuore e ambizioni non poteva non aspettarsi qualcosa di più. Molto di più. Lo sport è competizione, ambizione, risultati, il tifo è fede, ma non è una crisi mistica, vuole, pretende e si rapporta con la sua storia. Inutile rimarcare quello che vedono tutti ad occhio nudo: siamo corti, come disse Spalletti e da allora non è cambiato nulla. Mancano difensori centrali, incontristi, veri trequartisti, attaccanti. Una rosa di 22 giocatori, ridotta all’osso in una logica di taglio del monte ingaggi. Nel calcio tutto è possibile, Trapattoni vinse uno scudetto dei record nel 1989 con una rosa di 15 giocatori. Altro calcio, però. Le cose possono anche girare tutte per il meglio, non si tratta di non essere ottimisti o pessimisti, ma di valutare oggettivamente le cose e di non essere più realisti del re. La propaganda lasciamola ad altri, chierici dell’interismo, agit-prop e funzionari del Minculpop, Sabatini è deluso, questo è il suo stato d’animo. Aveva voglia di parlare, e ha parlato, per chi ha orecchie per ascoltare. Suning rigida con il fair play, ha detto, un mercato non all’altezza della nostra fama, ha ribadito, speriamo di rifarci a gennaio, ha confermato. Amala. Mai accontentarsi.