Undici partite da onorare, pensando in proiezione futura

Se perdi in campionato puoi sempre pensare che vincerai tutte le altre partite rimanenti, ma se esci dalla Champions la batosta è sempre pesante. E’ un pezzo di stagione che se ne va. Quest’anno la situazione è aggravata dal rischio di non riqualificarci l’anno prossimo alla Champions, il terzo posto dista otto punti, ma è la condizione psicofisica della squadra che desta maggiore preoccupazione. Il rischio di mollare è forte, ma ci sono ancora due mesi di campionato che necessitano impegno. Come non mollare?

 

L’anno scorso l’Inter si trovò in una situazione simile, ma non uguale. Fuori da champions e lotta scudetto a due mesi dalla fine della stagione, però era in corsa ancora per la Coppa Italia e doveva garantirsi il posto in Champions. Con partite di carattere come la rimonta a Cesena nei minuti di recupero o quella con la Lazio in dieci, decisiva perchè scontro diretto, si riprese il secondo posto. Poi ci fu la finale di Coppa Italia vinta con la doppietta di Eto’o contro il Palermo a regalarci l’ennesimo titulo. Quest’anno la situazione è simile, ma non uguale. Fuori da Champions e lotta scudetto a due mesi dalla fine della stagione, ma lontani anche da un posto Champions e fuori dalla Coppa Italia. Otto punti da recuperare in undici partite appaiono tanti, non tanto per i punti, ma per il numero di squadre che ci sono davanti. Lazio, Udinese, Napoli, Roma. In questi due mesi si vedrà davvero la professionalità dei giocatori e chi tiene veramente a questa maglia, vedremo la condizione dei più vecchi senza più partite ogni tre giorni, si potrà testare il grado di maturazione e di fame dei giovani, e qualcosa mi dice che sarà la vecchia guardia a dimostrare il più forte attaccamento e sarà ancora una volta necessaria a compattare la squadra, portando in porto questa stagione, con l’innesto dei giovani ovviamente e grazie al seppur amaro vantaggio di non dover più giocare ogni tre giorni.

 

Abbiamo vissuto 2.436 giorni di gloria

Chi ormai appaiono con la testa altrove sono invece i due top players Sneijder e Maicon, due giocatori che a giugno probabilmente verranno ceduti, e con questi introiti si potrebbe andare alla ricerca di nuova qualità con due o tre innesti importanti e non di contorno. Non si tratta di fare rivoluzioni da bar con cinquanta giocatori nuovi, ma acquistare tre giocatori mirati che ridiano qualità e cambio di passo (da non confondere con la velocità generica) alla squadra. Uno può essere Lavezzi, perchè è nella qualità e nel cambio di passo che l’Inter è scesa a picco quest’anno dopo la partenza di Eto’o e l’involuzione di giocatori dai quali ci si aspetta qualità come Maicon, Sneijder e Forlan. E’ vero che a un certo punto è finita anche la benzina, ma ci andrei cauto a dare per finiti giocatori come Samuel, Zanetti, Cambiasso e Stankovic, che in una stagione che si prospetta senza competizioni europee o con l’Europa league da usare come esperienza internazionale per i giovani, possono ancora dare il loro contributo accompagnando la nascita della nuova Inter, facendo da collante nello spogliatoio, con il giusto turn-over e amalgama coi giovani e i tre innesti di qualità. Viceversa l’idea di un’Inter di soli giovani e nuovi acquisti avrebbe alte probabilità di andare allo sbaraglio, bruciando i più giovani davanti ad una platea che demagogicamente oggi urla largo ai giovani e ai nuovi, ma al primo inciampo è pronta a fischiarli.

 

Discorso a parte per Julio Cesar, che va assolutamente recuperato per questo finale di stagione e per il futuro. I vari portieri che abbiamo in comproprietà o in prestito sono troppo giovani per un ruolo delicato come il portiere e Julio Cesar può ancora dare molto se recupera la fiducia.

 

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