Una domenica di maggio all’Olimpico

olimpicoUna domenica di maggio allo stadio Olimpico non ci spaventa più da tempo, una falsa letteratura a caccia di fantasmi vorrebbe gli interisti inchiodati a quel 5 maggio 2002, un delinquente vorrebbe inchiodare sulla testa del nostro presidente una stella finta, la realtà ci ha visto già trionfare in quello stadio il 5 maggio 2010, giocando a calcio contro i calci giallorossi e dando il via all’unica costellazione a tre stelle esistente in Italia, il triplete, ripetendoci su quel terreno un anno fa con le ultime magie di Eto’o. La storia ci dice che ognuno ha il suo 5 maggio, ma solo ai grandi della storia dedicano poesie, le fatal Verona o gli acquazzoni di Perugia passano nel dimenticatoio telecomandato di storie strombazzate, ma senza poesia. L’unica squadra fondata sul talento e sulla poesia e non sui corifei è l’FC Internazionale.

 

Sarà l’ultima domenica di calcio per un bel po’, poi avremo altro a cui pensare, dovremo guardare in faccia quanto hanno fatto strame del calcio calciatori corrotti e corruttori, ma anche pedine di un sistema tritacarne, società conniventi, quanto nessun rispetto c’è per i tifosi e in chi punta onestamente sul calcio, e quanto marcio c’è anche tra i tifosi. C’è chi ha puntato sul calcio truccato e non erano poche mele marce, questa è già la certezza, finito il campionato vedremo quanto poco c’è di non marcio.

 

L'olimpico dall'alto
L'olimpico dall'alto

Ma prima c’è Lazio-Inter, in questi dieci anni abbiamo fatto a tempo anche a divertirci in un altro Lazio-Inter, sempre il magico 2010, mentre gli ipocriti si sgolavano dimenticando i loro Roma-Udinese o Milan-Brescia; i favori tra squadre gemellate, non favorire la rivale cittadina, storie che ancora appartengono al calcio e non c’entrano niente con scudetti vinti sul campo sì, ma non d’erba, ma telefonico, come rivendicano alla noia palloni gonfiati cinguettanti e sgomitanti.

 

Le ultime ci dicono di noi senza Julio Cesar, Stankovic, Chivu e Alvarez, ma non possiamo lamentarci, “ho un organico di alto livello” a detto più di una volta Stramaccioni, dimostrando di crederci veramente e rigenerando una squadra che non aveva solo problemi fisici. Non possiamo lamentarci perchè la Lazio recupera Klose, ma ha sette infortunati e una difesa da reinventare, e poi dobbiamo vincere, per dimostare sul campo, quello vero e non quello delle schede telefoniche, che il sesto posto è bugiardo. Poi sarà tempo di bilanci e rilanci, anche ripartendo dopo dieci anni dall’Europa League se necessario, ma sempre pronti a ripartire con un’unica fede nel cuore, quella della beneamata.

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