Un giudizio su Nainggolan

Nainggolan social, la comunicazione Inter, il video presentazione e il profilo del belga

L’arrivo di Radja Nainggolan all’Inter ha riaperto il dibattito sui comportamenti fuori dal campo dei calciatori, sulla domanda se un campione debba essere campione o no anche fuori dal campo. Il punto, però, non è se si debba parlare o no dell’uomo oltre che del calciatore, perchè se non si può parlare allora il dibattito sarebbe già chiuso, come vorrebbero alcuni capibastone dell’interismo. Invece, ancor più in tempi social, è evidente che un calciatore va giudicato anche come uomo, d’altronde non abbiamo sempre elogiato Zanetti non solo come calciatore, ma per il suo valore umano? Quindi questo vale per tutti e vale sia in positivo che in negativo.

Ausilio e Nainggolan

Il “Ninja”, come lo chiamano, è il classico personaggio che usa la stampa per attaccare la stampa e si presenta come un tipo fuori dall’ordinario, essendone invece una parte integrante in uno schema ben definito. E’ noto come abbia più volte apostrofato i giornalisti invitandoli a “farsi i c… propri” o a “farsi una vita”, quando questi parlavano di alcuni suoi comportamenti, in realtà pubblicizzati da lui stesso con video postati sui suoi profili social! A differenza di quello che si potrebbe pensare, non stiamo infatti parlando di gossip, qui non ci sono paparazzi appostati fuori dalla sua casa o giornalisti che rovistano nella sua spazzatura, qui c’è una persona che ama far parlare di sè con atteggiamenti provocatori, ma non ama essere giudicato. La botte piena e la moglie ubriaca, si direbbe.

Nainngolan style
Il look postadolescenziale di Nainggolan

Vediamo quindi come Radja non nasconda affatto la sua passione per il tabacco, qualche bevuta e in generale uno stile di vita sintetizzato nella sua ultima dichiarazione in sede di presentazione all’Inter, “se non mi godo la vita a 30 anni quando lo faccio?”. Il belga-indonesiano, che ha due figli, d’altronde ha anche pubblicizzato il suo successo con le donne, che a suo dire ci provano in molte con lui e per lui non sempre è facile dire loro di no, perchè “non sono un angelo”. La moglie, invece, conosciuta ai tempi del Cagliari, ha dichiarato di rimpiangere la sua vita di cassiera in Sardegna (dove si andava allo stadio in tuta e scarpe da ginnastica) e di non amare molto Roma, dove allo stadio le wags si mettono in posa per i fotografi. Speriamo si trovi meglio a Milano, anche se ha detto anche che “l’amore non è eterno”. D’altronde nella coppia non sempre tutto va bene, tanto che lei una volta si è dovuta medicare in ospedale con una prognosi di 20 giorni.

Campo e vita privata in realtà s’intrecciano, essendo evidente che uno stile di vita del genere non sia tanto immorale, ma al contrario problematico per l’atleta più che per l’uomo. D’altronde Nainggolan è stato escluso dalla sua nazionale proprio per questi motivi disciplinari e forse anche la Roma ha deciso di scaricarlo non tanto perchè non lo considerasse tecnicamente valido, ma perchè un giocatore che posta un video dove bestemmia, fuma e beve qualche problema lo poteva creare e forse non era sempre al meglio della forma fisica, come le ultime prestazioni hanno evidenziato, anche se il centrocampista ha dato la colpa al modo di utilizzarlo di Di Francesco.

Alcuni hanno tirato in ballo il suo essere politically uncorrect, ma bisognerebbe spiegare che il politicamente scorretto non ha niente a che vedere con il rutto libero, ma è una forma di pensiero un po’ più raffinata, figlia della cultura libertaria americana.

Spalletti vestiti
Anche Spalletti ha un look aggressivo e “tamarro”, l’Inter sta cambiando stile?

Intanto l’Inter ha deciso di fare le cose in grande con una comunicazione social pianificata e studiata, presentandolo con un video in cui lo si vede con felpa nera e passamontagna nero, un po’ Ninja, un po’ black block, correre per le strade di Milano, spaventando, guarda caso, una suora. Due giorni dopo, invece, alla conferenza di presentazione, la società ha leggermente corretto il tiro, mandandolo davanti ai giornalisti con una camicia bianca e un tono più pacato.

Ma il discorso nasce da lontano, dai tempi di Maradona e a Maradona torna se ancora ieri nel 2018 in Tv un gruppo di guitti e guappi da talk-show ne giustificavano i suoi comportamenti sulle tribuna di Russia, mentre un solitario Riccardo Ferri si limitava a far notare che non è moralismo non voler giustificare ogni cosa. D’altra parte, ancora una volta, lo spessore umano s’intreccia con il campo e non lo si può tranciare. Che dire, infatti, delle simulazioni, sceneggiate e pagliacciate di Neymar sul terreno di gioco? Anche qui, negli studi televisivi tutti pronti a minimizzare, a giustificare, invece non è moralismo, ma pragmatismo capire che se un campione si comporta così lede tutta la credibilità del calcio, che quindi perde sostenitori, pubblico, quindi clienti, introiti.

Lo sport è lealtà, uno sportivo non sarà un educatore, ma è un eroe per molti bambini, il messaggio che trasmette è importante e non deve per forza essere quello pronto per un consenso facile o per una fidelizzazione terra-terra.

 

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