Il turnover vincente di Inzaghi
Allora, dove eravamo rimasti? Ah sì, Inzaghi stracriticato per il turnover a Monza, dopo essere stato criticato per anni proprio per non fare mai il turnover. Nei giorni seguenti abbiamo fatto mille congetture su questa scelta: Lo ha fatto perchè ormai quest’anno predilige la Champions al campionato – si è detto – oppure lo ha fatto perchè proprio certi giocatori erano già stremati dopo la sosta delle nazionali e le vacanze ridotte, e forse era pure così, però poi si va nel tempio di Guardiola e cosa fa Zigo-Zago? Si diverte a stupire ancora tutti: ancora turnover, pure lì! Pavard, Mikhitaryan e Lautaro in panchina all’Etihad al cospetto dei grandi, dico io, gli insostituibili Mikhi Mouse e Lauti, chi lo avrebbe mai detto, ed ancora ha ragione lui, per di più. Il nostro tecnico infatti mischia le carte ed entra forse in una fase nuova, allora. La sua capacità di adattarsi e il suo eclettismo lo porta probabilmente a pensare e capire che con la nuova rosa fornitagli dalla società bisogna adeguarsi. Non più titolari e riserve ben definite, dunque, ma ora è il tempo della rotazione. Perchè è il calcio moderno prima di tutto che lo impone e lo ha imposto dapprima al club; un numero abnorme di partite, troppe, eccessivo, bulimiche, ed effettivamente dopo le nazionali alcuni giocatori erano già provati. Ma il mister si adatta, se la condizione fisica la fa da padrona e condiziona tutto. Il mondiale per club a giugno già dà da pensare, il football va in questa direzione, età media sempre più bassa, stagioni di undici mesi, allenatori obbligati alle rotazioni continue. Personalmente non mi piace molto, ormai continuiamo a vedere ventenni che esplodono e sembrano campioni già definiti e dopo un paio d’anni si perdono, inoltre io sono per campionati nazionali al massimo a sedici squadre, una champions altrettanto, ben venga anche il mondiale per club, ma appunto con partecipanti ridotte. Si va invece verso competizioni con un numero altissimo di partecipanti, ma con divari enormi: guardate la classifica di Serie A dopo quattro giornate, è già allungata, pensate che ci sono sette squadre su venti che non hanno ancora vinto una partita, ma poi si possono vedere partite di Champions che finiscono 9-2 o 5-0 come ieri? La colpa non è però del business o degli sponsor, come pensano i più, anche con una certa superficialità, ma delle federazioni burocratiche, Uefa, Fifa e leghe nazionali, che vogliono allargare la torta dei diritti televisivi e degli sponsor a più club e nazioni possibili, per motivi politici, s’intende. Tornando a Manchester le mie aspettative erano anche più alte, si poteva vincere, a differenza di molti amici interisti infatti non penso che il campionato sia una priorità e la champions irraggiungibile, anzi, ci siamo già dimenticati che 15 mesi fa eravamo in finale proprio contro il City? I fucili dopo il pari di Monza erano già puntati su Inzaghi, ora ci sono gli osanna, ma secondo me ora il più deluso è proprio Inzaghi, che in cuor suo sperava di vincere, mentre chi era pronto a impallinarlo ora lo esalta per un pareggio contro una squadra che invece era alla nostra altezza.