Strama, la juve, il turnover e la difesa

Il caso Catania-Juve, il possibile turn-over in vista di sabato sera e l’ipotetico ritorno della difesa a quattro.

Su questi tre argomenti ha girato la conferenza pre-inter-samp, con Stramaccioni impegnato a glissare sui favori arbitrali alla Juve e a dare risposte il più possibile fumose sulle scelte tattiche da farsi e sul possibile turn-over di Ranocchia (diffidato) e Cassano (non al meglio). Dopo i consueti complimenti all’avversario di turno, in stile Liedholm, ecco le risposte più significative del tecnico romano:

Come sta Cassano? E come gestirai Ranocchia?

“Antonio dopo la partita di Bologna non stava benissimo, ma sono fastidi che vanno via rapidamente e ora – toccando ferro – sta bene. Per Ranocchia invece nessun dubbio di natura tecnica, dovrò scegliere perché è diffidato come Guarin. Ma io vero solo Inter-Samp e sceglierò la squadra migliore, non farò calcoli per Torino”.

E’ possibile tornare alla difesa a quattro?

“Quando una difesa ha tre centrali affronta una difesa con due attaccanti larghi, per me o si scivola con i due esterni; oppure, un difensore dei tre centrali è deputato ad uscire sull’esterno. Noi abbiamo scelto sempre questa seconda soluzione per avere la libertà più mentale che tattica di lasciare gli esterni liberi di spingere. Quindi, uno dei tre centrali è deputato a scivolare da quarto. Un’interpretazione come col Catania, dove Juan ha praticamente giocato terzino sinistro”.

Guarin doveva essere il perno del tuo centrocampo. Che passo in avanti deve fare?

“L’ho già detto e sono convinto che lui sarà in prospettiva il centrocampista con più margini di miglioramento. Io ci ho puntato come tutta la società. Non ho tanta esperienza, ma ne ho abbastanza per sapere che nell’arco della stagione non si può essere sempre al top. Ci può stare che Fredy non abbia prodotto prestazioni alla Guarin, ma non è mai andato al di sotto della sufficienza. Non si può essere sempre decisivi, specialmente un centrocampista”.

Non temi possa essere un rischio la soluzione tattica con un difensore che scivola sull’esterno?

“Da quando giochiamo a tre, abbiamo preso gol da Romulo – con la difesa messa bene e lui bravo a inserirsi -, mentre col Catania abbiamo subìto la più grande palla gol contro con un inserimento di Almiron. Quindi, sul radar dei centrocampisti. Ero arrabbiato per il gol preso col Bologna perché era un errore collettivo, ma nessuna colpa ai difensori in queste gare. Domani affrontiamo una Samp abile a gestire gli esterni e ad allargare una difesa a tre. Lo abbiamo visto anche col Napoli, capace di fare un gran risultato vincendo a Genova. Dovremo interpretare bene l’avversaria”.

Ci sono momenti in cui bisogna fare un ulteriore salto di qualità: può essere questo, per la tua Inter?

“Onestamente, noi quando entriamo in campo – specialmente a San Siro – proviamo sempre a dare il massimo dall’inizio. A volte riesce, a volte meno. Sicuramente la mentalità si costruisce col tempo. Non possono bastare quattro o cinque risultati utili. Perché ricapiterà che non vinceremo e lì dovremo gestire bene. Il campionato è equilibrato, si vede dal fondo della classifica dove basta una vittoria per tornare a metà classifica. So che torneremo a pareggiare, spero il più tardi possibile, ma serve la tranquillità per crescere”.

Cosa pensi di tutto quello che si è scatenato a Catania?

“Io ho una visione diversa, rispetto l’opinione di tutti. Fino a questo episodio sfortunato, l’esperimento dei giudici di porta era stato decisamente positivo. C’era collaborazione fra gli arbitri di gara. Ma io ho una visione più romantica, il calcio per me è bello anche perché è giudicato dall’occhio vero, dall’uomo. Quello che può suscitare una polemica è che l’errore si ripete con volontarietà, ma finora io questa cosa nel nostro campionato non l’ho ravvisata. Vedo anche sport dove guardano i secondi, si fermano… A me piace pensare che il calcio è giudicato da chi è in campo, lo dico con una visione romantica e non commentando quanto accaduto. A Catania ci sono stati errori, ma sono convinto sia solo un episodio in buona fede”.

Qual è il segreto di questo Cambiasso?

“Esteban sta facendo bene, siamo entrambi contenti. In tanti stanno facendo bene come lui. Fondamentale è far bene come lo è continuare a far bene. Non dobbiamo ‘sederci’, ho la sensazione che la squadra anche mentalmente è sempre presente, anche nei momenti caldi. Dopo il gol subìto a Bologna non ci siamo chiusi ma siamo andati a fare il terzo gol, questo segnale positivo in trasferta mi è piaciuto”.

Chi è il miglior tridentista per l’Inter?

“Ormai mica ne ho tanti… (ride, ndr). Con Sneijder e Coutinho fuori, ho Palacio, Cassano e Milito più Alvarez. Sicuramente Livaja va gestito anche se ci stiamo lavorando, probabilmente ancora non lo vedo per una partita dal primo minuto come quella di domani. La nostra indole è diversa da Napoli e Juventus, che difficilmente cambiano la loro struttura, essendo collaudata e con un mercato adatto e perfetto per questa situazione. Noi invece con una struttura base abbiamo la possibilità di alternare o cambiare tre o quattro giocatori, intesi come pedine e non come singoli. Piano piano, andiamo in una direzione che ci fornisca una sorta di Inter-tipo che oggi non c’é. Ho detto prima della partita col Bologna che il nostro trend era stato molto positivo, poter cambiare è un nostro punto di forza”.

Cosa manca ad Alvarez per giocare titolare?

“Non gli manca nulla come potenzialità. Lui ha un pizzico di sfortuna nel non aver capitalizzato determinate occasioni, superando lo scetticismo. Io devo dargli fiducia prima, non dopo che mi fa tre gol. Io su Ricardo punto, come ho fatto per Philippe. Alvarez probabilmente ha bisogno di una giocata, di un gol. I talentuosi vanno di pari passo tra cuore, testa e prestazioni. Se sei più sicuro tendi a fare tutto più facilmente. In Alvarez crediamo tutti, anche la società, manca solo l’episodio per farsi amare di più dal pubblico che il vero Ricardo, quello degli allenamenti, non l’ha mai visto”.

Ranocchia adesso è da rischiare?

“Dovrò decidere io se rischiarlo o meno, mi porterò questa scelta nel letto”.

Hanno detto che avevi messo otto uomini in difesa a Bologna e si sono distratti quei due…

“Hanno visto male la partita, perché difendevamo in nove con un attaccante che si abbassava su Pazienza. Le partite si vincono anche così”.

C’è più curiosità o pressione?

“Non pensavamo di essere così avanti in così breve tempo. Ma è ancora troppo presto, adesso, per qualsiasi valutazione”

Come sta Joel Obi? E quanto peserà l’assenza di Juan?

“Joel ha avuto un piccolo riacutizzarsi della precedente lesione, ma nessun rischio e nulla di grave. Lui è Swarovsky, lo gestiamo al meglio perché è troppo importante per noi. Juan è importante per noi, ma non dipendiamo da nessuno quindi spero neanche da lui”.

L’assenza di Juan può spingere a cambiare l’assetto difensivo?

“Sì, diciamo di sì. Ma non voglio dire come giocheremo domani. La Samp ti costringe ad adattarsi, devi andare a prendere gli esterni”.

Gli arbitri decidono più dei giocatori le partite oppure gli errori si bilanciano?

“E’ una domanda alla Marzullo… (ride, ndr). E’ il mio primo campionato, spero si bilancino i torni. Ora è troppo presto per ricavare un trend, ci sono stati errori pro e contro tutti. Non c’è stato ancora un beneficio a favore di qualcuno nettamente”.

Cosa avresti pensato domenica al posto di Maran?

“Ma non è la conferenza di Inter-Samp? Sicuramente lui è rimasto dispiaciuto, il Catania era andato in vantaggio e c’è stata questa svista. Anche perché loro avevano limitato bene la Juventus capolista”.

Ieri ha salutato Paolillo nel CdA, persona a cui sei molto legato.

“Per me è una figura chiave, mi ha voluto all’Inter e credo abbia fatto più colloqui di tutti con la dirigenza della Roma per prendermi. Mi ha risolto i problemi di ambientamento e lo ringrazierò sempre”.

(FcInternews.it)

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