Spalletti: “Mirabelli sembra il prete di Frittole che parla a Troisi”

“Milano è una città moderna, intelligente che vuole proteggere le sue tradizioni, tra cui il derby, che i milanesi non vogliono lasciare in mano a chi vuole farne un cattivo uso, il derby è di tutti ed è dei milanesi.” Inizia con un omaggio alla città meneghina la conferenza di Luciano Spalletti nel nuovo Media center di Appiano. La sala è affollatissima e non mancheranno i momenti pepati. Si comincia subito con i giornalisti che servono l’assist riportando le provocazioni di Montella e Mirabelli. Il primo ha detto che non ci sono i sette punti di differenza, Spalletti giustamente non se la prende, è un’opinione legittima e lascia andare quello che è per lui un amico. A Mirabelli invece arriva la stoccata: “Mirabelli dice che noi dobbiamo aver paura di loro? Mi sembra il prete di Frittole con il dito alzato che dice a Troisi ricordati che devi morire. E mo’ me lo segno”. A questo punto, con Spalletti in versione Troisi, aspettiamoci Benigni come vice del tecnico toscano, sperando che a dire “non ci resta che piangere” siano però i milanisti.

Si passa poi ad argomenti più seri, con la classica domanda su chi sarà l’Uomo derby? “Quello che fa la differenza è sempre la squadra, stiamo lavorando sull’appartenenza Inter, sul gruppo che riconquista la palla e ci porta lontano, chiunque sia del gruppo a me sta bene”.

La domanda sugli assenti permette a Spalletti di mettere in scena il suo manifesto programmatico: “Brozo assente? Le assenze sono tutte importanti, ma succedono, sopratutto dopo le nazionali, anche al Milan è successo, dopo viaggi, il sentimento che hanno per le loro patria gli fa andare sempre oltre la razionale intelligenza. Brozo è importante al di là della doppietta di Benevento, ma non abbiamo bisogno di niente e di nessuno, dobbiamo avere aspirazioni dentro le singole partite, minuto dopo minuto, non è che c’è un obbiettivo finale, o meglio c’è se c’è ogni giorno, dobbiamo farglielo capire ai giocatori e la società lo sta facendo, finite le nazionali siamo andati a prenderli all’aeroporto e li abbiamo subito portati ad Appiano, poi il lavoro dei medici, dei massaggiatori, ogni giorno c’è un piccolo obbiettivo che ti porta all’obbiettivo grosso, non è un singolo calciatore, il nome, i gol che ha fatto, è la squadra, il gruppo che non deve tradire, è l’unica alternativa”.

Benigni e Troisi durante “non ci resta che piangere”, il film citato da Spalletti durante la conferenza.

Di conseguenza arriva la domanda sulla situazione fisica dopo la sosta: “Cali dopo le nazionali? il professionista è quello che sa riconoscere i momenti importanti, il nostro campionato sarà misurato da questi momenti e i giocatori lo sanno che devono andare al di là del massimo, non ci sono alibi, poi c’è il nome dell’avversario, che è Milan, è importante, ma di qua c’è un altrettanto nome importante che è Inter”. Dalla risposta precedente però si capisce che c’è un po’ di preoccupazione sulle condizioni fisiche, Spalletti li vuole carichi. La preparazione alla partita è tutta incentrata sul superare le scorie psicofisiche delle nazionali, un pericolo quasi maggiore dei rossoneri.

Vorrà Spalletti mettere la sua mano nel derby? Ovviamente il tecnico non ve lo dirà mai, ne approfitta invece per una stoccatina alla stampa: “Sorprese di formazione? Ci sono molte soluzioni, scelte, c’è la mia, la vostra, che viene il giorno dopo che è sempre facile da fare. C’è la valutazione delle condizioni dei giocatori, sopratutto dopo l’allenamento di oggi. E’ possibile tutto senza stravolgere, perchè nel modo di lavorare dobbiamo creare una conoscenza in cui i giocatori sanno dove andare”.

La scena del film citata da Spalletti.

Continuano i messaggi di stima verso Montella, Spalletti è in vantaggio, è più tranquillo, non ha bisogno di buttarla in rissa, qui però gli mette il carico sulle spalle: “Vincere vuole dire tagliare fuori il Milan (andrebbe a -10 ndr)? Non penso, Montella ha una grande squadra, forse come mai l’ha avuta nei nostri precedenti incontri”.

Spalletti quasi asceta, arriva a ringraziare i giornalisti, ci crederà davvero?: “Fastidio che ci dicono fortunati? La fortuna è il dividendo del sudore e della fatica. Uno più si impegna più è fortunato, più sa cogliere il momento di essere fortunato, ma siamo stati anche sfortunati in alcuni episodi. Non mi dà fastidio, anzi, mettendogli i giusti connotati a queste critiche si riesce a dare stimoli ai ragazzi, vi ringrazio perchè mi avete dato una mano a fare il mio lavoro”.

Un solo gioco, sarà una gara a viso aperto: “Noi proveremo sempre a comandare il gioco”.

“La cosa che mi dà più soddisfazione? La partecipazione dei ragazzi, anche se qualcuno vista l’età ancora ci deve caricare sopra, ma sono bravissimi, esigenti, si aspettano che gli indichi una strada”.

“Icardi non segna da tanto tempo su azione? Lui ha le spalle grosse, quasi come quelle di Ibra, sa cosa deve fare, si è messo a disposizione del collettivo senza badare ai numeri personali, perchè sono importanti anche altre cose”.

Ancora mattoni sulle spalle di Montella, è lui che deve svoltare, è lui che deve fare la partita della vita. “Favoriti? Mi sembra che quest’estate dessero il Milan per favorito, noi non siamo alla ricerca della svolta, noi siamo alla ricerca della continuità. noi dobbiamo entrare in campo con quell’aspetto lì, quelle facce lì”.

Infine non poteva mancare il siparietto con la vittima preferita di Spalletti, l’inviato di calciomercato.com, che ormai tutti i sabati viene deriso per le sue domande dal sapore tecnico-tattico, che Spalletti vive come una invasione di campo: “Borja Valero vertice basso? In che senso, non capisco. Ah invertire il vertice a centrocampo, vuole darci delle indicazioni? Sì, si può fare, è una cosa logica, poi se ha altri consigli ce li dica.”