Spalletti: “Icardi serpentesco in area, ma deve venire fuori a palleggiare coi centrocampisti”

Anche oggi la conferenza di Spalletti dura mezz’ora o poco più, siamo alla vigilia di Bologna-Inter e l’allenatore toscano sembra propendere per dei discorsi più sintetici, rispetto alle prime conferenze fiume, ma comunque si lascia andare a diverse considerazioni. Spalletti comincia a parlare e prende subito la palla al balzo alla prima domanda per ribadire che l’individualità è importante, ma deve stare dentro la squadra.

Un concetto che viene ripetuto in tutti i modi. Oggi anche le grandi squadre non si affidano più solo all’individualità – spiegherà più avanti – non si allungano più e devi colpirle in fase di transizione, ma il discorso verte subito su Icardi e Perisic che “li state soffiando così forte col vento sulle spalle che rischiamo di non trovarli più”. Una metafora per dire che i due giocatori, oltre a rimanere umili, non devono giocare troppo in avanti sulla linea dei difensori perchè “Icardi è serpentesco in area di rigore, per stare al simbolo dell’Inter, ma deve anche venire fuori a palleggiare coi centrocampisti”. Niente di diverso di quanto sempre sostenuto anche da Mazzarri, Mancini, Pioli e De Boer. Lo capirà?

Spalletti non vuole che la squadra si esalti per queste quattro vittorie e non vuole nemmeno che la stampa esalti troppo i giocatori nerazzurri, in particolare come singoli separati dal gruppo. “E’ come quando prendi un bel voto a scuola – dice – e pensi di poter vivere di rendita, ma poi ti penti per non aver studiato quel pomeriggio in più. Non voglio che questo accada.”

A Crotone il mister ribadisce che le condizioni ambientali sono state determinanti, vento, caldo, terreno secco e sabbioso, giocatori coi crampi. Non ammette che ci sia un campionato pesantemente spaccato in due tra le sei big e le altre, “voi parlate già di vincere le prossime quattro-cinque partite, non so dove mettete il Crotone, ma erano ben organizzati, poi io ci metto anche la Sampdoria, il Torino”, ma poi deve convenire: “La depressione azzera la personalità, ma l’eccessiva euforia fa perdere la misura, ma è chiaro che gli scontri diretti ti danno qualcosa in più”.

Gagliardini (foto calciointer.net)

Anche oggi parole di elogio per Gagliardini, “l’ho messo in difficoltà io a Crotone, non era la sua partita, con i rossoblù tutti stretti e compatti a centrocampo, servivano giocatori agili e rapidi, ma lui quando c’è da difendere il suo pezzo di terreno lo trovi sempre, gli avversari sono costretti a limitare il raggio d’azione”. L’impressione è che Spalletti difficilmente rinuncerà a Gagliardini in questo campionato, almeno fin quando non verranno trovati certi equilibri, anche se si perde qualcosa in fase di costruzione, poi vedremo domani. “Voglio un centrocampo che ruota – prosegue – il centrocampo statico è un vantaggio per gli avversari, mi piace il centrocampista che va dieci metri avanti”. Dalbert? “Era molto attento ad applicare quello che gli abbiamo detto noi e ha perso un po’ di freschezza in avanti”. Il tecnico di Certaldo fa un lungo discorso generale, su come giocano oggi le grandi squadre e le piccole, “l’Inter schierata se gioca con una piccola vince sicuro, ma le piccole ti possono colpire in fase di transizione se non ti ricompatti”. Associamolo ai tanti gol subiti in contropiede in questi anni e uniamolo al discorso di Spalletti sul fatto che gli attaccanti non devono allungarsi troppo, sembra che l’ex Roma abbia trovato una chiave: squadra troppo lunga e che non si ricompatta bene in difesa quando perde palla o che non fa il primo pressing a palla persa. l’Inter deve lavorare su questo.