Spalletti: “I tifosi rimangono bambini”

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Alla vigilia di Inter-Cagliari (20.30 su Dazn.it), Spalletti avrebbe una voglia matta di rispondere a Francesco Totti, ma dalla società arriva l’imput di non rispondere, c’è da concentrarsi sull’importantissima sfida di domani sera e pensare solo all’Inter.

Spalletti che sorride

Già in passato il tecnico nerazzurro aveva dedicato risposte-fiume a Totti e alla Roma, ma ora sembra che la dirigenza lo riesca a gestire, il ricorso dopo la sua squalifica è stato vincente, segno che il club sta lavorando bene nell’ombra, senza ossessioni populistico-mediatiche, ma con risultati quali anche un ritrovato riutilizzo della Var da parte degli arbitri, che sia pro o contro, questo non conta, visto che nessuno in Corso Vittorio Emanuele chiede trattamenti di favore

Terminata l’epoca dei comizi, la conferenza si svolge in poco più di un quarto d’ora, dove Spalletti tira le orecchie a Nainggolan, “da uno a dieci sta dando sei”. Poi apre a Lautaro, “possibile un suo utilizzo dal primo minuto”, infine parla dei tifosi, “sono come bambini, seguono ancora il calcio come quando eravamo ragazzi, dobbiamo consegnare questo sogno a chi rimane perennemente bambino”. Dissentiamo da questa immagine romantica e un po’ folkloristica del tifoso, che forse permane ancora in alcune sacche stagnanti, ma ormai il tifoso nel 2018 non colleziona più figurine e santini, non idolatra calciatori e allenatori, ma segue solo la maglia, ormai vede tutte le partite rispetto al passato ed è molto più informato e competente, non gli puoi più raccontare le favolette. L’immagine paternalistica e candida, il quadretto familiare, lo stato di minorità della folla-bambina adorante, il cioccolatino da dispensare al tifoso-bambino sviolinando parole al miele, può intontire un certo genere di tifoso (siamo pur sempre in Italia), ma non l’interista autentico, critico e indipendente per natura.

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