Mercato chiuso, ma di fatto mai aperto

Finito, chiuso. Un mercato di gennaio a dir poco incredibile. Dove eravamo rimasti? Ad agosto ci si era dati appuntamento in questo mese per completare una rosa incompleta (anche se poi Spalletti ha utilizzato sempre gli stessi), invece l’Inter chiude con le cessioni in prestito gratuito di Joao Mario al West Ham, Vanheusden al Liegi e Nagatomo al Galatasaray e gli ingressi – sempre in prestito gratuito – di Lisandro Lopez dal Benfica e Rafinha dal Barcellona.

In pratica la rosa si accorcia con l’incredibile tentativo last minute di cedere a titolo definitivo Pinamonti al Sassuolo, sfumato per il sacrosanto niet del giocatore, oltre alla cessione di Brozovic al Siviglia bloccata da Spalletti, che in questo modo si sarebbe ritrovato una rosa di 20 giocatori, senza contare il tentativo di vendere Eder al Crystal Palace.

Ma tutto ruota intorno ad un solo nome, su cui si è imbastita una trattativa di mesi: come avrete capito stiamo parlando di Pastore, sul quale c’era il sì del giocatore e un’apertura del Psg ad un prestito oneroso a 7 milioni, ritenuto anche questo troppo dispendioso per Suning, vera e propria sfinge di questo mercato.

Zio Zhang, quello del Fozza Inda, Steven, quello del “andiamo a comandare”, non proferiscono parola e una tifoserìa abituata a interfacciarsi quotidianamente con il suo proprietario e presidente per 20 anni, si ritrova così in questo vuoto d’identità e di certezze, non colmato da bandiere messe lì a fare le belle statuine, ad eleggere nell’allenatore il suo unico punto di riferimento, di fronte a capitani che fanno i troll sui social, poi mettono il broncio e si mettono in malattia.

Il punto è proprio questo, perchè non investire nemmeno sette milioni (e non c’è fair play finanziario che te lo vieti) per dare a Spalletti un vero numero dieci che oggettivamente manca in rosa? A chi dice che l’argentino tanto è rotto, era un bidone, sarà, ma non è questo il punto, il punto è quello sopra, Suning non ha messo un centesimo in questo mercato e tutte le promesse di un anno fa non se le sono inventate i giornali.

E’ incredibile quello che sta succedendo.