Mazzarri, gioco e risultati dopo i primi mesi

Premessa: il tifoso partecipe sente il bisogno di appoggiare la propria squadra anche attraverso commenti, analisi e critiche con intenti propositivi quindi positivi. Il “disfattismo”, per contro, non appartiene al vero tifoso. Sul Sole 24 ore di ieri, a firma Giuseppe Ceretti, con titolo “La prima legge del calcio: quando si gioca male meglio parlare d’altro o evocare il complotto” si leggono considerazioni molto pertinenti. Scrive Ceretti: “Non passa settimana che un presidente o allenatore non chieda rispetto, anzi lo pretende con fare minaccioso” e cita, tra gli ultimi episodi della scorsa settimana, Mazzarri, la Juve/Conte e Galliani dopo le gare di Torino, Madrid, Parma. E aggiunge: “Così si evitano imbarazzanti disamine pubbliche sui limiti delle proprie squadre. La schiettezza è una via faticosa e irta di ostacoli”. Allora proviamo sinteticamente a fare alcune considerazioni e domande da tifoso partecipe sull’Inter vista nell’ultimo mese. 

– Anche ieri con l’Atalanta il pari è giusto come con Torino e Cagliari mentre le vittorie con Fiorentina e Verona son in parte meritate, ma cosa sarebbe successo se Neto, Padelli, Rafael e rispettive difese avessero fatto meno errori, anche clamorosi?.

-La squadra, in ben 4 incontri (Juve, Cagliari, Torino, Atalanta), non tiene il vantaggio eppure si gioca con un solo attaccante proprio per coprirsi meglio.

– Se non si gioca con 2 punte con squadre di media/bassa classifica quando le vedremo, ovviamente dall’inizio?

– La difesa continua a rivelarsi punto debole della squadra: troppo incerta, fragile, con vuoti preoccupanti in mezzo al campo

-Parere che può essere condiviso o meno: Mazzarri conferma i suoi meriti, ma anche i suoi limiti. La squadra non c’è eppure sono passati 4 mesi da quando si è riunita, porta avanti la sua idea di gioco, che però non solo non dà risultati (al momento è tanto se si ottiene la Europe League), vuole più sicurezza dietro ma senza veri risultati, soprattutto punta su una formazione pressochè fissa e appare, anche nelle interviste, refrattario ai giovani da usare o lanciare.

-Ieri però ha dichiarato che manca molto Milito da affiancare a Palacio, frase perlomeno sorprendente e comunque contradditoria con quanto fatto sinora.

-Ieri ha fatto giocare insieme Alvarez e Kovacic, altra contraddizione lampante. A proposito sarà vero che crede in quest’ultimo oppure è “troppo giovane”?

-Accenniamo solo ai suoi evidenti limiti caratteriali che ormai tutti i giornalisti e tifosi hanno rilevato. Anch’essi però sono importanti in una Società e nella gestione della squadra. Vedremo cosa succederà con Thohir e la sua strategia di puntare fortemente sui giovani talenti.

 

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