Mani fredde, cuori caldi, piedi storti e filosofi parlanti

La serata al gelo dei tifosi Interisti

Volti congelati, cuori caldi nerazzurri, palla in tribuna e il filosofo in panca che non convince più nisciun

La bandiera di Peppino Prisco
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I tifosi dell’Inter si riprendono san Siro, l’Inter invece non si riprende e basta. Roba da sala rianimatoria. Si va al Meazza, ignari che sarà lunghissima. Rispetto ai trentamila che vi avevo annunciato a dire il vero ce ne sono molti meno.

San Siro esterno notte

La società apre all’ultimo il secondo rosso, dove si rifugia uno sparuto gruppo di tifosi, ma quasi tutti sono al primo anello, mentre è ancora squalificata la curva nord secondo anello e pertanto per solidarietà anche gli ultras laziali hanno disertato la trasferta, ma non sentiremo la mancanza di chi fa cori contro Anna Frank, poi comunque ci sono 3-400 tifosi biancocelesti senza bandiere e striscioni, ma molto vocianti. Infatti nel primo tempo si sentono solo loro, il pubblico interista segue in silenzio, raggelato dal non gioco della squadra in campo e da una partita che sembra un allenamento, più che dal freddo, anche se l’attesa neve non arriva, ma c’è la supplenza di una pioggerella battente.

Inter contro il razzismo

Le cose cambiano nella ripresa quando i supporters nerazzurri si accendono, basta poco, la squadra ci mette un po’ più d’impegno e il tifo rifiorisce nel freezer del Meazza. C’è chi dice che senza gli ultras gli stadi sarebbero dei teatri, un mortorio, ma ieri non è stato così. Primo verde e primo blu (Nord e sud) giocano a ping pong facendo partire cori spontanei una volta l’uno e una volta l’altro e tribuna e distinti non si tirano indietro nel seguire. Nel Blu reggono le fila la Banda Bagaj e gli Inter club Lambrate e Cornaredo, storici quartieri operai di Milano, mentre nel verde ci si raccoglie dietro gli striscioni di Inter club Bologna, Mestre e Rovigo più altri. All’arancio come sempre sventolano le bandiere dei Templari.

Dicevamo, certo, il tifo organizzato garantisce un sostegno incessante per tutta la partita, ma ieri è stata smentita l’idea che solo gli ultras sostengono attivamente la squadra. Vale anche per i tifosi ospiti, quasi invisibili nella nebbiolina della piccionaia, ma udibili.

Tifosi laziali a MIlano con l?Inter
Laziali

All’intervallo segue dibattito tra Omar, gioielliere milanese, e il Busacca, operaio in pensione. Tutti concordano sull’incapacità di Spalletti, che mortifica Lautaro Martinez, ma anche Joao Mario, “che aveva giocato due partite bene (con Lazio e Genoa in campionato ndr) e poi è stato rimesso in panchina”. “E’ l’allenatore che deve motivare i giocatori”, si alimenta la questione, ma i due discordano sul giudizio su Icardi, Icardista Omar, più critico Busacca, ma sopratutto sulle questioni di tattica e strategìa societaria. Per Omar bisogna combattere la Juve con una lotta senza quartiere, mentre il buon Busacca esprime un limpido tatticismo togliattiano convinto che “o non partecipi o devi sederti a un tavolo”. I supplementari vengono accolti con le facce deformate dal freddo e da una inaspettata tensione per un match iniziato in stile camomilla invernale, i rigori finiscono come sapete e il vecchio Meazza si svuota in fretta e furia, in tempo per prendere l’ultimo metro.