Le interviste più che possibili

hernanes capriola 2In settimana la società ha deciso di far parlare i tre nuovi arrivati nel mercato di gennaio. D’Ambrosio e Hernanes hanno parlato ai microfoni di Sky e Botta a Inter Channel, ma ne è uscito un quadro imbarazzante. Capiamo la necessità di farsi benvolere dall'”allenatore”, ma l’ex terzino del Torino arriva praticamente a dire che ha scelto l’Inter perchè c’era Mazzarri: “Ho scelto di seguire Mazzarri perché so il lavoro che fa sugli esterni perché in un 3-5-2 i suoi esterni sono praticamente degli attaccanti aggiunti. E poi insegna tanti movimenti offensivi, chiaramente oltre a quelli difensivi, rispetto ad altri allenatori. Ho trovato la persona che immaginavo, anche fuori dal campo”. Caro D’Ambrosio, pensavamo che tu avessi scelto l’Inter, per storia e blasone, non di seguire un allenatore che non ha vinto nulla e che gioca banalmente con due terzini che sono due terzini, altro che attaccanti aggiunti. Ma sentite Hernanes: “In questi due mesi ho fatto tanta fatica per stare bene a livello fisico. Mazzarri è un grande, ha una grande intelligenza calcistica, che ho visto in pochi allenatori”. Incuriosisce sapere perchè ha fatto fatica a trovare la condizione (e si vedeva), ma il brasiliano è chiaramente in crisi mistica quando parla di Lui. Quello che preoccupa però è come Mazzarri stia imbottendo i giocatori di nozioni inutili, sentite come D’Ambrosio presenta la partita con il Bologna, sembra di sentire Mazzarri: “Qualsiasi squadra che viene a San Siro ha due risultati, noi invece siamo una grande squadra e abbiamo solo un risultato. Il Bologna deve salvarsi e farà di tutto per fare bene, sarà una gara difficile, non sarà facile penetrarli ma già da oggi con Mister Mazzarri abbiamo studiato qualcosa per poterli mettere in difficoltà”. Loro hanno due risultati e noi uno, sarà una partita difficile, il ragazzo è qui da due mesi e il maniavantismo mazzariano gli è già entrato nelle ossa. Poi ci si stupisce che questa squadra ha la pareggite, inevitabile con un allenatore che inculca mentalità perdente e provinciale nei suoi giocatori. Finiamo con l’intervista di Ruben Botta, lui va sul sicuro, ecco puntuali gli elogi sperticati ai connazionali in rosa: “Walter Samuel e Javier Zanetti sono stati i compagni che mi hanno più aiutato ad ambientarmi. Loro sono due grandi persone, che hanno vinto tanto, ma oltre al campo sono delle grandissime persone anche fuori”. 

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