L’analisi tattica di Lazio-Inter

Un’Inter impresentabile è stata battuta dalla Lazio, che ha fatto la sua partita difendendo con due linee compatte da quattro e da cinque, soffrendo parzialmente solo nel primo quarto d’ora della ripresa. Inutili i cambi tattici di Mazzarri, che ad inizio ripresa ha schierato Alvarez sulla trequarti, Guarin interno destro, Kuzmanovic interno sinistro, poi sostituito da Kovacic.palacio contrasto

Con l’ingresso di Milito, Kovacic è andato sulla mezzala destra, mentre Alvarez è tornato sul centrosinistra, infine l’incomprensibile cambio Ranoccchia-Zanetti, con l’Inter a chiudere a quattro dietro con Zanetti-Rolando-Jesus-Nagatomo, Cambiasso e Kovacic a centrocampo, Jonathan ala destra, quasi terza punta, Alvarez di nuovo trequartista e Palacio e Milito in attacco. Quando non c’è il minimo movimento e il giro palla è scadente con passaggi sbagliati a raffica il risultato è non creare praticamente nulla per 90 minuti. Sono mancati tutti i soliti movimenti, il terzino che scatta quando la palla ce l’ha il difensore, la mezzala che va in profondità quando la palla ce l’ha il terzino, Guarin che va in area quando Palacio si allarga. La sconfitta è meritata perchè la Lazio almeno aveva creato prima del gol due o tre situazioni pericolose. L’Inter è apparsa lunga quando doveva impostare, i difensori erano staccati dal resto della squadra, mentre in fase di ripartenza la squadra non si distendeva mai. kuzmanovic controlloLa Lazio attendeva, i difensori nerazzurri erano liberi d’impostare, ma nessuno si smarcava, Cambiasso camminava dietro Klose, gli altri fuggivano in avanti, la catena Cavanda-Gonzalez-Candreva neutralizzava Nagatomo e Kuzmanovic, poi Onazi chiudeva gli spazi a Kovacic, dall’altra parte la catena Radu-Hernanes-Lulic si disimpegnava con Jonathan e Guarin. In mezzo nessun problema per Ledesma su Alvarez. Palacio era solo in mezzo a Dias e Biava. Davvero provinciale la disamina finale di Mazzarri, che si attaccava al terreno di gioco, all’arbitraggio e rivendicava che si sarebbe meritato lo 0-0 finale, come se uno scialbo 0-0 fosse stato un risultato da salutare con favore.

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