La provocazzima di Conte, il calcio torna all’asilo

La tolla, i ladri di polli e il calcio a confronto

Eravamo andati a Napoli, sereni, rilassati, belli paciarotti, anche con un giorno di riposo in più, tutto sembrava dirci che avremmo fatto un’altra grande partita, ma diciamolo senza tanti preamboli, siamo caduti nella provocazzima di Conte. Provocazzima?? Ma cos’è la provocazzima? Lo dice la parola stessa, è semplicemente l’unione della provocazione con la cazzima. In Russia sono maestri di Provocazja fin dai tempi, a Napoli invece uniscono la provocazione alla cazzima, ti provocano e ti sfidano a far vedere che anche tu hai la cazzima. Dumfries e Lautaro ci sono cascati come due polli, la volpe con la faccia di tolla in panchina ha ottenuto quello che voleva. Lo ha spiegato bene Chivu in sede di postpartita, ma lo si era visto bene in campo, dopo la provocazzima cos’è successo? Sono seguiti alcuni minuti di disunione e scollegamento mentale in cui l’Inter ha smesso di fare calcio, si è slegata tra i reparti, ma il calcio di Chivu è nettamente superiore a quello di Conte, bastava continuare a fare quello, al netto però di un rigore inventato, ma questa è un’altra storia a parte. Speriamo che qualcuno tra le nostre fila ora non inizi a dire, ma purtroppo lo farà, che anche noi dobbiamo avere la provocazzima e il tecnico rumeno non ce l’ha. Il nostro Dna è un altro, noi quella cosa non ce l’abbiamo, ma sopratutto non ci serve, anzi è controproducente ai nostri obbiettivi. Noi siamo forti con il calcio, anche se ha fatto bene Marotta a parlare anche dell’arbitraggio, ma fa bene Chivu a non fare il capo piazza e andare per la sua strada. La provocazzima di Conte è continuata nel dopo partita, quando mister occhi lacrimanti ha in sostanza definito Chivu un coniglio perchè si è fatto difendere da papà Marotta. Il bulletto dell’asilo usa i suoi metodi, sapendo di essere inferiore, Lauti e Dumfries non ci caschino più, Chivu non ci è cascato, anche se Marotta ha fatto bene a mettere i puntini sulle i su un altro aspetto. Ma quando due arbitri l’anno scorso hanno detto pubblicamente di aver paura di arbitrare il Napoli e nessun Saviano è venuto in loro soccorso, il problema non sono gli arbitri, ma qualcosa d’altro. Ambientale.

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