Inter spenta, pareggio a Roma

Roma-Inter 2-2, 16′ De Vrij, 45′ Spinazzola, 56′ Mkhitaryan, 87 Lukaku (rig.)

“Roma non si costruisce in un giorno” ha detto Conte a inizio stagione e forse non si costruisce a Roma. Almeno questa sera all’Olimpico dove la squadra interista è apparsa fumosa e spenta, sopratutto nel secondo tempo.

Roma non si costruisce in un giorno

Inter che imposta bassa e fatica ad uscire per gli errori tecnici di Skriniar e Bastoni. Interessantissimo l’amalgama dei tre centrocampisti ambrosiani, in fase d’impostazione Brozovic si abbassa da play maker, Gagliardini si defila a sinistra e Barella si alza da incursore. In fase di non possesso invece Brozovic si alza in pressing su Diawara o addirittura su Ibanez con Barella che scala su Diawara e Gagliardini su Veretotut.

Sliding doors: la Roma fallisce una clamorosa occasione su corner con Handanovic a farfalle, l’Inter sfrutta un superbo calcio d’angolo ad effetto di Sanchez per l’incornata di De Vrij che insacca per il vantaggio.

Più che trequartista centrale Pellegrini gioca da mezza punta destra, Dzeko al centro e Mkhitaryan mezza punta sinistra, in questo modo il pressing-confronto individuale è Pellegrini-Bastoni, Dzeko-De Vrij, Mkhitaryan-Skriniar.

Partita che alza i ritmi intorno al 25′, Con le squadre che iniziano a controbattersi colpo su colpo dopo un inizio lento.

Importantissimo il lavoro difensivo di Candreva, che evita i buchi difensivi sulla catena di destra visti a Verona, l’ex laziale contrasta la doppia spinta Kolarov-Spinazzola con una catena di sinistra giallorossa di fuoco chiusa anche da Mkhitaryan, dicevamo l’ex laziale si abbassa di fatto sulla linea dei difensori con una linea di fatto a tre Candreva-Skriniar-De Vrij mentre Bastoni si alza ad affrontare Pellegrini sulla trequarti. Al contrario forse proprio per questo la Roma troppo facilmente va sul fondo sull’altra fascia con Bruno Peres e addirittura Mancini. Di fatto però il sacrificio candreviano è pagato con la mancanza di spinta sulle fasce.

Si sente anche stasera la mancanza di Lukaku, ma sopratutto dell’affiatamento Lukaku-Martinez, perchè la coppia Lautaro-Sanchez proprio non si trova con tutti e due che giocano da seconde punte larghe, con un buco al centro non coperto dagli inserimenti dei centrocampisti.

loghi di roma e inter

Continua il primo tempo con Brozovic che fallisce il raddoppio, Barella ammonito e gli sforzeschi che non sono riusciti a sviluppare il consueto gioco sulle fasce ne’ a innescare le incursioni di Barella, ma comunque erano in vantaggio 1-0 senza troppi patemi, finchè la Roma pareggia all’ultimo minuto del primo tempo grazie a Dzeko in un’azione clamorosamente viziata da un fallo iniziale di Kolarov su Lautaro. Nonostante l’arbitro vada a rivederla al Var incredibilmente decreta il gol.

Nella ripresa Brozo non si abbassa più a ricevere palla, ora Gagliardini play basso e Barella e Brozo mezz’ale, anche se le posizioni sono fluide.

Si ricomincia con un gol annullato a Lautaro per un millimetrico fuorigioco su lancio di Bastoni, poi un’altra palla persa a centrocampo porta al secondo break della Roma che va in vantaggio con la discesa di Mkhitaryan non marcato da Skriniar e che dopo una serie di rimpalli in area Bastoni-Dzeko, lui stesso scaraventa la palla in rete.

Un’Inter senza mordente, che ha affrontato una gara che poteva riaprire il campionato senza nessuna cattiveria, a tratti addirittura spenta, svuotata.

Al 65′ Lukaku entra in campo al posto di Lautaro e chiude l’equivoco della totale assenza di una punta centrale in campo. Poi consueto cambio gomme Young-Biraghi e Moses-Candreva. Quindi quarto cambio Gagliardini-Eriksen. Ma i cambi non sortiscono effetto, il nerazzurro nel secondo tempo di fatto non è sceso in campo, un’Inter senza mordente, che ha affrontato una gara che poteva riaprire il campionato senza nessuna cattiveria, a tratti addirittura spenta, svuotata. Da parte sua la Lupa ha mostrato una diga a centrocampo, maggiore spinta sulle fasce, maggiore prestanza fisica dei difensori rispetto agli attaccanti nerazzurri e il funambolismo di Mikitarian che ha fatto la differenza rispetto al fumosambolismo di Sanchez.

Nel finale entra anche D’ambrosio ed è l’unico cambio a sortire un effetto, perchè è lui a rubar palla sulla trequarti offensiva, sugli sviluppi Spinazzola liscia clamorosamente il pallone calciando in pieno sulle gambe di Moses. Rigore che Lukaku realizza ma nemmeno questo serve a svegliare gli undici neroblu in campo.

Si chiudono qui i sogni scudetto per noi che forse unici nel panorama web ci abbiamo creduto, forse più della società e dei dirigenti stessi, ora in queste ultime quattro partite bisogna difendere coi denti il secondo posto (mercoledì sera si gioca a san Siro contro la Fiorentina) e poi tenere alta la concentrazione per l’Europa League.

Amala.

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