Inizieremmo a preoccuparci

Senza coralità, senza creatività, l’Inter abituata a segnare tanto anche quando non vince (due gol nella sconfitta di Bergamo, due gol nel pareggio con il Cagliari), slitta in una serata senza reti e impoverita da pochissime occasioni. Mai visto in questa stagione. E mai visti così tanti falli commessi, segno di ritardo e frustazione, e nemmeno Milito arrabbiarsi coi compagni. Tante cose che non volevamo vedere, e nemmeno Cassano, dalla tribuna prima sorridente in tuta e scherzoso coi vicini, poi preoccupato con il cappuccio calato sulla testa, infine silente con lo sguardo basso. Da tre turni a questa parte le avversarie non fanno che ricalcare la partita fatta dall’Inter a Torino con la Juve. Schieramento spregiudicato con tre-quattro giocatori dalle caratteristiche offensive, ma tutti impegnati a sacrificarsi nella fase difensiva. Amauri che controlla Cambiasso, le due ali Biabiany e Sansone che ripiegano in copertura, pressano o fanno muro con gli altri tre di centrocampo. Quello spirito di sacrificio che invece è venuto progressivamente a mancare tra i nerazzurri dopo la vittoria dello Juventus Stadium. Al netto delle assenze, della flessione fisica di alcuni protagonisti, dalla serata storta di altri, il gol subìto è un disastro di squadra che fa maradoneggiare Sansone: Cambiasso bruciato sullo scatto, Guarìn che sta incredibilmente a guardare, Samuel che segue il taglio di Biabiany aprendo il varco, Ranocchia che rincula e Jesus che non stringe verso il centro, mancava solo che a Sansone gli lanciavano dei fiori al suo passaggio. Intanto continua il muro contro muro tra società e Sneijder, con non si sa quali effetti sulla squadra, speriamo che non c’entri già lo stato di apatia di gruppo visto a Parma.

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