Il fazioso attacco di Buffon contro la Var

Gianluigi Buffon dice di essere un patriota, di amare l’Italia, ma la prima prerogativa di un patriota dovrebbe essere quella di non essere fazioso, di non lasciarsi andare a polemiche corporative e di avere una visione nazionale, di sistema, della realtà. Non è il suo caso.

Da anni si esibisce in sortite fuori luogo, spesso senza senso e con una espressione linguistica contorta. Una logica da portabandiera bianconero che lo porta fuori dai binari del buon senso, al quale invece piace spesso riferirsi nei suoi sproloqui. Oggi a finire sotto i suoi strali è stata la Var, rea di aver concesso un rigore sacrosanto e solare al Genoa. E’ vero, nella stessa azione c’era un fuorigioco dei rossoblù, ma non si può pretendere la perfezione assoluta dalla Var per poi avere gioco facile nel dire che la Var non funziona. Ma in realtà Buffon non ha nemmeno fatto riferimento a questo, lui è andato dritto contro il rigore alla Juve, ha parlato di partita spezzettata, smarrita nel suo sentimento, nostalgico dei tempi in cui gli arbitri decidevano a sensazione o in base all’indirizzo delle schede telefoniche. Questo nostalgismo in mala fede, questo romanticismo ipocrita, è la vera chiave del discorso: Dobbiamo difendere la Var, la nascita del calcio moderno, da questi attacchi vergognosi, sì perchè è vergognoso che un tesserato attacchi quello che è il regolamento del calcio, in nome di un calcio romantico, di un passato mitizzato che si spera invece non torni più. Per inciso, oggi la Juve ha vinto nettamente e con merito, la partita è stata bellissima, perchè la faziosità è sbagliata da qualunque parte derivi, anche la nostra.