Giraudo colpevole, appunti sulla storia di quei anni

ronaldo iulianoPrescritto, ma colpevole. Colpevole, ma prescritto. Questo ha deciso la Cassazione, ultimo grado di giudizio della giustizia italiana, in merito all’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva nei confronti di Giraudo, ex dirigente juventino. Nelle motivazioni della sentenza di avvenuta prescrizione, si ribadisce in maniera inequivocabile come sussistessero tutti gli elementi e le prove per una condanna, se per l’appunto non fosse subentrata la prescrizione. Inoltre, tutti i ricorsi dell’imputato sono stati respinti. Il riferimento è alla stagione calcistica 2004/05, ma chiunque abbia seguito il campionato in quei anni può desumere che fin dalla metà degli anni ’90 la competizione sportiva fu quantomeno alterata dall’associazione criminale che faceva capo a Moggi, fino al 2006. Da questo punto di vista alla Juventus andò bene, con solo due scudetti revocati, ma si può essere soddisfatti delle sentenze dei tribunali. Negli anni scorsi si è tentato di coinvolgere anche l’ex dirigente dell’Inter Giacinto Facchetti, ma solo dopo la sua avvenuta morte, quando questi non era più in grado di difendersi personalmente. Furono rinvenute dagli avvocati di Moggi delle intercettazioni – giudicate irrilevanti dal PM – nelle quali il designatore arbitrale circuiva Facchetti facendogli credere che all’Inter sarebbe stato assegnato un arbitro non ostile dopo una partita nella quale l’Inter era stata danneggiata da “sviste” arbitrali. Fu dato ampio risalto mediatico a queste intercettazioni e la memoria di un uomo onesto fu infangata da stuoli di sciacalli.

Successivamente vari commentatori hanno voluto dare un colore politico da una parte e dall’altra a questa vicenda, legandola ad altre più complesse vicende politico-giudiziarie della storia del nostro paese. Una strumentalizzazione politica alla quale la società interista e il suo presidente Moratti si sono giustamente sottratti, evitando di partecipare ad una guerra mediatico- ideologica ormai incancrenitasi, di cui la vicenda di calciopoli era divenuto solo un pretesto.

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