Eroi del Triplete, Sneijder che arrivò e vinse

La storia di Sneijder all’Inter

Parliamo di quel grande numero dieci che mancava all’Inter e arrivò nell’estate del 2009

Wesley Sneijder è stato un ragazzo che è arrivato all’Inter e praticamente il giorno dopo ha giocato da protagonista. Era l’agosto 2009 e il Biscione vinse 4-0 contro i cugini rossoneri. Il suo impatto fu devastante e subito i tifosi si innamorarono di lui. Indossata la maglia numero dieci, perchè Mourinho gli aveva detto che da noi mancava solo un numero dieci e così lo convinse, ma gli piaceva anche partire dal centrosinistra per rientrar sul destro, perchè adattandosi al calcio moderno giocava quasi da otto e mezzo, anche se lui non lo ammette. A Kiev segnò un gol decisivo nei minuti di recupero, grazie a quella rete la squadra rimase in Champions e tutti sappiamo come andò a finire, d’altronde stiamo parlando di un eroe del triplete, mica per nulla. Gli olandesi fino ad allora all’Inter non avevano trovato vita facile a dire il vero, Bergkamp e Jonk erano per l’appunto precedenti difficili, ma l’allora 25enne si adattò subito al calcio italiano, pur proveniendo dal Real Madrid e sopratutto dall’Ayax ed ora ci sono De Vrij e Dumfries a prendere il suo testimone, lui gli ammira molto. Nella finale del 2010 contro il Bayern servì l’assist decisivo a Milito, dimostrandosi ancora una volta determinante nelle partite importanti, come sapeva sempre fare.

Wes ha finito la carriera al Fenerbahce, tralasciando due fugaci esperienze al Nizza e in Qatar, oggi a 40 anni è opinionista televisivo ed era presente a Inter-Bayern Monaco di mercoledì scorso, mettendo in scena un simpatico siparietto con Pandev, “dove ti vedi nel 3-5-2 di oggi?” gli ha chiesto il macedone, “in panchina con te” gli ha risposto simpaticamente il cigno di Utrecht, e giù risate. In realtà sappiamo che uno come Inzaghi non si sarebbe privato di lui e avrebbe saputo riadattarlo da mezz’ala e magari chissà, da play basso. Ma Sneij ha detto recentemente che lui non avrebbe giocato più basso, per lui il calcio è cambiato e non sembra trovarsi più molto, ma poi ha detto che stima molto Calhanoglu per essersi abbassato a centrocampo, chissà., quando glielo chiese Benitez di farlo lui però si rifiutò, ma Inzaghi ha capacità di persuasione maggiori e modo di porsi migliore..

Ma Wes non è stato solo un grande giocatore, altresì una persona simpatica e alla mano, che ancora si sente con i vecchi compagni per commentare le partite dei nerazzurri contro la Juventus e per tifare i nostri colori. Fece anche uno scherzo clamoroso a Nagatomo, gli disse quando arriva Moratti digli “ciao bastardo”, confidando nella scarsa conoscenza dell’italiano di Naga, ma il presidente capì subito chi era l’autore dello scherzo. Con Moratti aveva un grande rapporto, sempre pronto ad ascoltarlo il vecchio presidente. Personalmente me lo ricordo come un tipo ribelle ma dedito alla causa, quel giusto mix di follia e fedeltà che ne fa un vero interista, peccato solo che la sua avventura a Milano sia durata tutto sommato poco, ma sempre intensa, tanto ne è la sua testimonianza ogni volta che ne parla.

Allora Sneij, in alto i calici, eroe